azzurro pulito di un cielo spazzato dal vento che soffia, piega foglie ed alberi che sbadigliano di primavera.
salendo sul ponte che costeggia il paese, verso il tardo pomeriggio, tornando da sud -est, hai il sole che ti languisce di fronte, bello grande e rotondo, potente quanto basta per permetterti di guardarlo, i suoi riflessi sul vetro evidenziano dei puntini, dei piccoli boccioli di fantasia naif scatenata dai paesaggi noti. ogni colore più vivo, ogni odore che matura ed orna l'ascolto di una canzone che si sente quasi per caso, tutto mi colpisce come leggere delle righe evidenziate, mi fa nascere un piccolo piccolo groppo alla base della gola, una piccola emozione indescrivibile che non mi permette di dare attenzione a ciò che si dice.
azzurro pulito di un cielo spazzato dal vento che soffia, scombina i capelli e ti serra gli occhi mentre metti a fuoco le increspature del mare plumbeo d'umore.
pugni stretti in tasca, guance arrossate dall'aria densa e leggera che solleva le masse di alghe trasportate dal mare a riva, catene montuose vegetali di un nero pece venute dai fondi della "secca".
blu pulito di un cielo stellato dove tante stelle stanno, brillano sfervorose il cambio di stagione.
mani tra le gambe a riscaldarsi dal fresco dell'aria di mare, spifferi provenienti dal finestrino leggermente socchiuso, soffi di fumo che escono dalla bocca che espira, mentre fuori la campagna sfila ondeggiante e pronta per addormentarsi, l'attimo di colori del crepuscolo da poco concluso non c'è più.
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2 commenti:
oimmè ce mè zicca..!
che avvocato poeta ca sta diventi ...!me rrizzicanu li carni bro..!
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