giovedì 28 maggio 2009

voutch

avete presente quella sensazione che ti prende al palato dopo che hai mangiato un panino di quelli buoni e croccanti? è una piccola tortura post ingerimento, ti senti il palato rugoso, gonfio, addormentato. non ci puoi fare niente, pensi all'acqua come alla salvezza, ma nessun effetto, still there. mentre camminavo come un modello di detroit fra le strade eque e floride di corsie di preselezione, fra palazzi in stile marry poppins con annessi fumari alla spazzacamin- sia detto per inciso che sono arrivato a capire persino le ragioni tecniche per le quali i fumari sono in fila, lassù, avete capito come?, comunque questo sarà oggetto di separata trattazione-mentre camminavo, dicevo, mi è venuta l'illuminazione:coca cola.
ebbene mi sbagliavo, le bollicine erano degli aghi microscopici metodici. mentre passavo sulle strisce gialle- perché effettivamente se le strisce pedonali sono gialle si vedono molto meglio, ma forse bianche sono più urbane- ho incrociato una persona con la maglia del barça, ho fatto un breve collegamento, dentro un bar la tv mostrava i tifosi a festeggiare di fronte alla fontana di trevi, così, come se niente fosse. "marcello" ho pensato, chiamandomi con accento svizzero-francese, perché si tratta di una mia adattazione: mi tuffo nella fontana, ma un cortocircuito delle sinapsi fa sì che, nel punto massimo della scena con abbraccio, una pallonata mi colpisca la schiena, mi giro e mi ritrovo messi sul bordo della fontana, con le scarpe da calcio, i para stinchi e tutto, mi chiede la pelota por favor, a questo punto è saltato il nastro e scena da rifare!

ps non vale la pensa rifarla ormai, il palato va meglio e poi devo proprio andare a chiudere la finestra.

martedì 26 maggio 2009

ballata piu' post che moderna

da qualche tempo la conoscienza anticipata delle condizioni meteo gli procurava una certa soddisfazione. sapere che martedi' le temperature si sarebbero abbassate fino a dieci gradi celsius gli dava sicurezza. la temperatura di martedi' era per lui una certezza, uno scoglio di realtà sul quale aggrapparsi.con gli occhi dietro il finestrino dell'autobus, guardando fuori, continuava a dirsi sottovoce, come se stesse canticchiando una canzona ascoltata con delle cuffiette invisibili, è una certezza, è una certezza, una delle poche zam zam, una delle poche zam-zam, una delle poche a parte la centrale zam zam che troneggia zam zam la campagna zam zam mezza incolta parapom zam zam; fu interrotto da un "biglietto prego". dieci minuti dopo, la multa nella tasca posteriore del jeans rappresentava un'altra certezza. una certezza storica, si disse mentre si voltava per cogliere meglio uno zigomo purpureo. come sia uno zigomo purpureo, non ve lo so dire, fatto sta che mentre continuava a camminare per i larghi marciapiedi, lontani migliaia di kilometri dalla certezza canticchiata pocanzi, si accorse di una colonna d'acqua spruzzata in aria, alta cento metri, che troneggia zam zam, che troneggia zam zam.

mi pare di aver letto da qualche parte una definizone, fra le tante e neanche cosi' scientifica, di "intelligenza", in base alla quale essa é la capacità di prendere due cose, metterle insieme, e generare una cosa nuova. qualcosa del tipo "dedurre", fare due piü due insomma. ovviamente sono cosciente del fatto che il jet d'eau non produce energia, anzi, pero' é bello. quel posto anche, prima, era bello.

giovedì 7 maggio 2009

seghe e gazzose

la fila delle macchine si muove lentamente: un serpentone urbano e di paese. di fronte ai bar, spesso agli angoli,negli androni, presso degli accenni di piazzetta, stazionano le persone che, nella vita, fanno di professione quello: stare lì, così. col passare del tempo la posa assume una conformazione, appunto, da professionista, così la schiena trova la sua curvatura ideale senza causare conseguenze sulle vertebre, le mani naturalmente si inseriscono nelle tasche dove sembrano stare nell'unico posto in cui potrebbero stare. le macchine sfilano, qualcuna dà un colpo di claxon ottenendo come professionale risposta un movimento del capo, un movimento fatto così perfettamente che l'occhio del passante percepisce il saluto come un saluto del mento; questo lo si apprende dopo anni e anni di esperienza. trovo non sia male come mestiere, stare lì così, ma occorre essere portati, come negli sport. anche se, a ben vedere, è un pò una cazzata la storia dell'essere portato. R.L. Montalcini è una vita che studia un gene, che ovviamente non mi viene in mente come si chiami, il quale ha la funzione di far sviluppare il sistema nervoso. ha vinto il nobel per questo e grazie a lei ora si sa che l'influenza maggiore su ciò che fa un uomo nella vita è esercitata dall'ambiente in cui egli si sviluppa. applicata alla lettera, anche se hai un corredo genetico di tutto rispetto, se sei di fronte al bar impari a fare quello, se saluti con il mento impari a salutare con il mento, le mani, in base al suddetto gene che si occupa dello sviluppo del sistema nervoso, diventano insensibili sul dorso per effetto del bordo delle tasche. se sei einstein e sei nato a curciomindora e tuo padre ha un bar, e non ti muovi da quel bar, ti svilupperai come barista e non come matematico e, nonostante tu abbia geneticamente un cervello che potenzialmente potrebbe elaborare la teoria della relatività, difficilmente lo potresti fare, al massimo -che ne so!?- potresti inventare una miscela nuova di caffé e bruciare il mercato, tuttavia non vinceresti il nobel. ma c'è qualcosa che non mi convince, è come se ci fosse un cane che si morde la coda, devo pensarci meglio..per fortuna che mentre sto cercando qualcosa di lontanamente serio in quello che sto dicendo, seduto sul mio divano in similpelle che, sia detto per inciso, sconsiglio vivamente durante le stagioni calde, sono stato distratto da qualcuno che è passato di fronte casa, passeggiando, telefono all'orecchio, e parlando spudoratamente da solo e ad alta voce, perché è una vita che parla da solo al telefono e, anche se questa volta stesse parlando con qualcuno non farebbe differenza. mi viene da chiedere, ma uno nella vita, deve essere portato per le cazzate o dipende dall'ambiente in cui si sviluppa?

lunedì 4 maggio 2009

retroverso

dunque, non ho niente in particolare da dire, davvero niente, si tratta di un vuoto creativo dovuto a chissà che cosa. a volte me ne capitano, di vuoti creaTIvi, ma almeno per una volta lo voglio riempire di qualcosa che sa di compitino svolto bene, voglio un sei, preciso e denso, sulla mia pagella.