domenica 16 dicembre 2007

my first song

prix nets en euro, taxes et services compris.


c'è scritto questo su ogni menù, e proprio non capisco perchè: se sono netti, come fanno ad essere compresi servizio e tasse? Comunque, ho un cerchio alla testa che batte a ritmo regolare, la conseguenza dei gin&tonic da bancone più o meno solitari della serata di ieri, tra il freddo impertinente della strada ed il fumo denso dei café.una giornata di sole tra le bancarelle di un mercato delle pulci quasi arabeggiante, un tramonto fra le tombe di u cimitero lussuregguante.
la nota che voglio riportare, dopo aver adeguatamente descritto il contesto ed essermi tolto il cappello, è che il naso alla francese è davvero una questione genetica. direi il 65 per cento delle donne bianche di parigi, che corrispondono ad un 60 percento di tutte le donne che vivono in questa città, banlieu esclusa, ha il naso così. la percentuale non è a caso, ho sempre avuto una dote innata per le misurazioni approssimative, un modo per dire che nell'approssimazione sono eccellente.un modo per dire che più o meno dove mi metti funziono, so fare più o meno tutto tranne qualche eccezione tipo preparare l'acqua della vasca da bagno: questo proprio non mi riesce, mi fotto perchè alla fine risulta troppo fredda ed il bello è che per falla troppo fredda consumo tutta l'acqua calda!bref.si diceva del naso alla francese, e credetemi, è proprio vero. con questo credo di aver approssimativamente finito..

giovedì 6 dicembre 2007

satellite of love

un buongiorno con poca luce, il sole si è
barricato dietro delle nuvole fitte.
un buongiorno non brillante, il mio cosciente
ha deciso di starsene al calduccio.
ho scoperto che il mario bianchi o sergio rossi
francese si chiama stéphan dupont,
ho imparato delle nuove parole, ma mi
hanno detto che si usavano negli anni quattrovolteventi,
ho rimarcato che qui i miei capelli sono più belli
perchè si sporcano in mezza giornata,
fumo qualche volta les gitanes, ragion per cui
adesso so dell'esistenza del tabacco giallo e marrone e
poi molte altre cose. ma mi sto svegliando, adesso,
il pan au chocolat fumante e fragrante mi aspetta..

domenica 2 dicembre 2007

cronaca anatomicamente finalizzata di una visita al Louvre

il venerdì sera, se hai meno di 26 anni, entri gratis al Louvre. ci puoi restare fino alle 22. Mi è sembrata una cosa niente male, soprattutto dopo 8 ore, e dico 8, davanti al computer cui sono davanti adesso a cercare di trovare un filo conduttore in quello che sto facendo qui.
Bref.
Vi dico subito che lo scopo della mia visita è stato quello di trovare, tra tutte le statue, il fondoschiena più bello del louvre, miss chiappe dure louvre. parliamo di al femminile o al massimo ermafrodita, i fondoschiena maschili, ho notato, sono più o meno sempre gli stessi, a mandolino ed atletici, non sembrano molto interessanti. ecco li ho trovati monotoni, nonostante la perfezione del "guerriero di villa borghese" circa II sec. d. C.
quanto segue è il risultato dei miei gusti personali in fatto di culi, è il risultato di una accurata visita solitaria fra gli immensi spazi del louvre, sotto l'effetto di sostanze psicotrope con una punta di kir.
Al settimo posto troviamo l'Euridice morente del Nonteuil, siamo più o meno nel XVII sec. e quello che posso dire, nel digiuno della mia cultura artistica, è che gli scultori francesi in quel periodo riproducevano molto, per lop meno in fatto di nomi, ciò che i greci ed i romani avevano fatto.donna dlla corporatura forte, in lei ho apprezzato la rotondità dei glutei e la pronunciata curvatura dei fianchi. (le funzionalità di questo blog non mi permettono di girare la foto, è il settimo posto, accontentatevi così!)


il sesto posto se lo aggiudicano "le tre grazie", se lo meritano per lo meno sul piano della quantità.


un'afrodite detta anche venere d'esquilino (spero di aver letto bene) anche qui siamo nel II sec. d. C.. era messa nell'angolo di una stanza, con poca luce, ma non mi è sfuggita, l'armonia delle forme le conferiscono un onorevole quinto posto. (svp, girare testa).


adesso inizia a farsi interessante, purtroppo occorrerà ancora inclinare un pò a testa per dei gaps tecnici, ma questo signore e signori è un gran bel fondoschiena, appartiene alla Bagnante detta anche la Venere, scultura francese:


siamo sul podio. ho faticato molto nel decidere l'ordine dei primi tre. si tratta dell'ermafrodite addormentato, e a questo punto le parole non servono a molto:


siamo al secondo posto, qualcosa di straordinario, anche se vista da dietro, amore e psiche del canova:


medaglio d'oro alla dircé del Bartolini, complice la postura:

mercoledì 28 novembre 2007

maille a mezzanotte

mi sono svegliato ed ho chiuso il divanoletto. quando sono andato a letto ho aperto il divanoletto. il divanoletto è diventato come la barba, mi accompagna nelle nottate, lo abbandono la mattina, ma molto spesso non lo abbandono, come molto spesso non mi faccio la barba. domani è una giornata da barba da fare o da divano letto da lasciare. l'unica possibilità che ho per uscire da questo circolo di parole è dormire sul divanoletto chiuso e fare la barba adesso. ma infatti, poi se pensa...

sabato 24 novembre 2007

double face

ho avuto un attacco di nervosismo, una sorta di "cadere le braccia" di fronte all'impossibilità di riuscire a risolvere una situazione con dei piccoli piccoli topi, nella piccola piccola casa mia con la grande grande finestra sul cortile. mi sono seduto sul divano pieno di sconforto, ho acceso una parisienne che però non vendono a parigi, ho parlato al telefono e mi sono rilassato. quando la mia mente si è svuotata da pensieri piccoli, pelosi e poco igienici, perchè l'emozione trasmessa da una voce non ha lasciato loro più spazio, tutto mi è sembrato più chiaro, mi sono rilassato; solo e nel silenzio mi sono ricordato che mentre tornavo a casa in metropolitana, a un certo punto è andata via la corrente, il treno si è fermato e sono rimasto bloccato senza luce nel tunnel per qualche minuto: io, gli estranei ancora più indistinguibili senza la luce e la mia musica nelle orecchie. una voce in sottofondo e ho tolto le cuffiette, dei suoni francesi ed incomprensibili. ho chiesto delucidazioni: un black-out, qualcuno si era buttato sui binari mi hanno detto. poi tutto si è riacceso, il treno è ripartito e la musica è ricominciata nelle mie orecchie. era tutto talmente inverosimile che ancora una volta mi ero voltato dall'altra parte.
non capisco, proprio non mi raccapezzo, o la coperta è troppo corta o esiste sempre il rovescio della medaglia oppure esiste un'altra medaglia. in ogni caso è una conseguenza del movimento, non abbiamo il telecomando per premere pause (letto come si scrive perchè è così che lo leggevi da piccolo sul telecomando del videoregistratore). riesco a fermarmi davanti allo specchio, ma vedo me e non tutto quello che c'è intorno. molti aspetti della vita assomigliano a riflessi deformati: quando sei in una casa degli specchi ed alcune immagini ti fanno ridere, altre ti spaventano e preferisci non guardarle, come fai quando c'è qualcuno per terra che ti chiede qualcosa o semplicemente soffre in silenzio senza il lusso di quel peccato mortale che è l'autocommiserazione. passi avanti o ti giri dall'altra parte, arrivi al massimo allo slow (di solito una funzionalità divisa a metà con il pulsante pause) ma poi tutto riprende alla velocità normale.
ricordo che il bagaglio culturale minimo richiesto ad un bambino per riuscire ad orientarsi nella casa degli specchi consisteva nel sapere di dover guardare per terra, vi erano delle linee che indicavano la presenza degli specchi o di passaggi liberi, facendo così, giocando sporco, si riusciva ad uscire in poco tempo dalla giostra, in modo velocissimo e senza sbattersi rischiando di farsi male. si usciva felici delle proprie abilità e soprattutto di averle dimostrate, ma allo stesso tempo poveri di emozioni della propria esperienza.

giovedì 22 novembre 2007

la fine dell'assedio

noto con piacere l'apprensione per il mio stato fisico da parte degli Amici.
ho appena concluso una battaglia decisiva contro i topi, piccoli.
per lor è stata una Caporetto, per me poteva essere una waterloo ma tutto è andato bene. ho sbaragliato l'assedio, ho avutpo accesso a nuove provviste. manca solo la chiusura degli scioperi perchè aziz abita lontano.il vostro affezionato vi saluta.

sabato 17 novembre 2007

secondo caffé, serré

buongiorno, un bel sabato mattina: c'è il solein cielo e non c'è il mal di testa nell'aria,ci sono gli occhi appiccicaticci e gonfietti, la voce un pò bassa quasi rauca che mi piace tanto. ho ancora il sonno poggiato sulle guance ed il buon umore che mi tira su gli zigomi. il cervello ha iniziato da poco la giornata ed i pensieri si rotolano ancora nelle coperte bisbigliando "ancora cinque minuti, cinque minuti soli per piacere.."

venerdì 16 novembre 2007

ai blocchi-pronti-partenza-via!

nel brusio che aleggia nei locali ci sono delle onde, costanti, graduali ma imprevedibili.
io nuoto tra queste onde, ora galleggio, ora cerco di respirare, qualche secondo mi sento affogare in mezzo al rumore indistinguibile e le folte nuvole di fumo sospese nell'aria, poi respiro accendendomi una sigaretta. sono sempre stato bravo o per lo meno decente nuotando a dorso, risulto un cumulo di schizzi e dunque velleitario negli altri stili. l'unico che cerco di imparare più o meno seriamente da qualche tempo è il delfino, ma purtroppo senza risultati soddisfacenti. questo post mi sembra la stessa cosa, un cumulo di schizzi, la velleità fatta parola scritta e incartata, come in quei giorni in cui la erre proprio non esce, rimane incagliata tra gola e palato, e la lingua quasi si incazza, perché certa della buona riuscita si sente come quei centometristi dopo una falsa partenza. allora mi sa che questa sera non mi coordino bene, la erre non scivola e qualcuno, magari io, è partito in anticipo.

lunedì 12 novembre 2007

avant que j'oublie

solo una domanda, ma san martino era ieri?

venerdì 9 novembre 2007

café progres


dunque, eccoci di nuovo, spostato per la necessità di internet sto passando al setaccio i cafè di rue bretagne, vicino al piccolo piccolo studio in cui abito.
ho preso da mangiare uno schifo di sandwich, bevo un verre di vino rosso generico, il posto è pieno ed ormai mi sono abituato al brusio di una lingua non madrelingua, ma possiamo dire quasi *. oggi ho riflettuto sulla quantità di tempo che si passa nei mezzi di trasporto, tutto è partito da una cosa che ha detto il tipo che mi affitta casa, originario di città del messico, città graaande, ma molto grande. mi ha detto che là un terzo della propria vita lo si passa muovendosi da un posto ad un altro. io per protesta oggi non ho preso la metropolitana, perchè se a quel tempo aggiungi le ore di sonno, che cazzo ti resta da vivere? da qui apprezzo tantissimo la gente con le occhiaie, non quelle adolescenziali dovute ad eccessive attività masturbatorie (che senza vergogna dico di conoscere)ma quelle della stanchezza e della mancanza di sonno, dovute alla troppa vita al netto dei mezzi di trasporto ed ovviamente del sonno. però, ora che ci penso, dormire non è proprio buttare via il tempo, bei sogni, bei risvegli, sono comunque belle emozioni, sensazioni, allora per concludere il circolo levando un inno alla contemporaneità di cui internet rappresenta la prova maggiore oggi, la stessa che mi ha portato in questo caffe, cambio idea, quelli con le occhiaie non li ammiro!

mercoledì 7 novembre 2007

peu importe s'il n'y ont pas l' accents

Peu importe s'il n'y a pas le soleil, si vous returnez à la maison et il y a le silence où il y avait tellement de vie. peu importe si vous etes ici et vous n'avez encore bien compris ce que vous y faites, laissez-faire, donnez-moi du pan au chocolat, une baguette de champagne, du saint marcellin et une bouteille de bourdeaux, je vous seduirai le monde!

venerdì 2 novembre 2007

un pomeriggio corto in un café


ho parlato con un tizio in u caffè, mi ha detto che la sua è una lingua piatta, sosteneva che l'italiano fosse musicale, ma mentre lo faceva gesticolava come un italiano e pronunciava delle vocali a caso, forse è così che percepiva la nostra lingua, insomma sembrava un italiano che parlava in italiano facendo finta di essere francese. c'è da dire che non è il primo a dirmelo.
la questione principale di questa storia, che in tutta la sua semplicità sembra ingarbugliata perchè quello dipende da me e non dalla storia, è che ad un certo punto questa persona ha ricominciato a dire le stesse cose, identiche, cambiava qualche consonante, qualche pernacchietta con le labbra (il massimo dell'enfasi parigina), ma gli argomenti erano sempre quelli. quello che mi ha stupito è stato quanto poco ci abbia messo questa persona a ricominciare a parlare delle stesse cose nella stessa maniera. di solito succede anche me, hai delle cose da raccontare perchè magari torni da qualche parte o è solo un pò di quotidianeità amplificata e, incontrando diverse persone, ridici le stesse cose, ma man mano le versioni diventano sempre migliori, conosci le pause, la respirazione, sono come tante brutte copie che alla fine arrivano ad una bella copia finale che, ben-intesi, alla fine di quel giorno o al massimo due dimenticherai. diciamo che per queste cose siamo come delle cassette, quelle del mangianastri, ognuno di noi ha una durata, poi occorre girare la cassetta. ovviamente vi sono le varianti aureverse e swith off, soprattutto con la gente che si conosce, e le altre che smuovono la pigrizia. in conclusione, non esagero col dire che in francia esistono cassette più corte di quelle da 46 (che per quel che ne so io, in italia sono il minimo), fino ad un massimo in termini minimi di 15 min.

martedì 30 ottobre 2007

raggi con la "r" moscia

tetti diversi, pezzi di palazzi emergenti. affacciato alla finestra: tutto irregolare, tutto diverso il paesaggio si stende davanti, finalmente sotto i raggi di un sole lontano e clemente, giallo di calore. leggeri aliti di vento gelido nell'ombra ti fanno rabbrividire, cammini spedito verso le zone lucenti,làddove il sole disegna forme in contrasto con le ombre, làddove i suoni sembrano più dolci.
sempre nella testa mi ritorna una canzone di george brassens.

domenica 28 ottobre 2007

i quattro lunghi mesi di françois

mettiamo una domenica plumbea parigina, senza tener conto che tutte le giornate a parigi sono plumbee e che, a differenza di altri posti, la luce in questa città si accende la notte, raggi di vita che illuminano strade e metrò, imponenti monumenti che lasciano senza parole, indescrivibili inni alla grandezza degli uomini che vi sono passati.
dicevo, quindi, mettiamo una domenica a pranzo in una casa di parigi, dove il pavimento scricchiola ad ogni passo per ricordarti dove sei, dove aprendo per un attimo la finestra il freddo entra anche dentro di te. ecco, di questo volevo parlare, l'entrare dentro, voglio dimostrare tutta la mia solidarietà a tal françois.

sabato 27 ottobre 2007

bienvenus à paris



trattasi di multa del metro.

mercoledì 17 ottobre 2007

cronaca di un incontro in terza persona

in un pomeriggio piovoso o forse solo grigio, questo non lo ricordo, si recava a passo svelto e con umore tetro nel luogo indicato. si accorse dei portici, anch'essi tetri senza la luce del sole, ed il suo stato d'animo procedeva a picco verso le voragini dei cattivi pensieri. adesso ricordo, sì pioveva, leggere e costanti, fitte e fine, insignificanti goccioline avvolgevano la realtà, tutto offuscato fuori e dentro la mente. aveva pensato, nell'attesa, di fumare una sigaretta per protesta, ma il pensiero difettava di volontà. durante il tragitto, si era distratto solo per pochi secondi ammirando l'andatura morbida di una donna elegante che ad ogni passo ricordava l'atterraggio leggero di un uccello. si era fermato a guardare la vetrina dei libri senza un reale interesse, aveva preso un caffè, ma il suo sguardo mancava di entusiasmo, lo stesso caffè che qualche tempo prima aveva annusato con occhi chiusi e gustato lentamente apprezzando le sensazioni trasmesse dai suoi sensi, questa volta gli era indifferente, era un'abitudine, la morte della vita.
entrò si sedette ancora nell'attesa, si voltò ed attratto da un cappello porse delle domande, la guardò negli occhi e non ne fu subito sicuro. capì solo qualche tempo dopo, in termini di ore o minuti, che aveva incontrato una sorgente, una cascata di vita piena di schiuma come di emozioni. da qui gli piacque sempre più tuffarsi in lei, affogare in lei perdendo il respiro, sudando e gioendo di ogni suo sguardo e respiro.

sabato 13 ottobre 2007

filtro alla marocchina


ho appena smesso di litigare con il router o modem, non lo so: in relatà il problema era nel computer. ho litigato con le bibliografie ma il problema ero io.ho litigato con l'edicolante, ma il prezzo era scritto sul giornale. ci sarebbero esempi a bizzeffe,ma il punto è che se sbaglio io,mi viene da litigare, se sbagliano gli altri mi meraviglio che vogliano litigare. parliamo di relazioni semplici, cose banali, non mi avventurerei in territori minati quali rapporti profondi del tipo cane-padrone, lì è tutto un pò più ingarbugliato. se non sbagli tu non litighi, quando a sbagliare sono gli altri, qualcosa di malvagio che ha a che fare con un non meglio specificato senso di superiorità, ti rende comprensivo. va bene, ci sarà qualcuno che non ragiona così, ci saranno dei casi in cui qualcuno si arrabbia perchè aveva fatto bene ma a causa di altri si finisce col dire che si è sbagliato insieme. questo lo concedo, ma solo perché penso di non essermi sbagliato riguardo ciò che ho detto, in caso contrario sarò pronto a litigare.

martedì 9 ottobre 2007

senza contare che la supercazzola ha perso i contatti con il prototapioco già da tempo

benvenuti nel regno delle cose scadute, benvenuti nel regno delle docce che schizzano acqua dappertutto. in questo piccolo paese ogni argomento è buono per prendersi per il culo secondo una regola tacita, ma universalmente accettata dagli abitanti (ugo tognazzi, conte mascetti, amici miei, 1963, pag. 134 ss.)- purtoppo sto ricorrendo alle citazioni, non me ne vogliate, è una conseguenza del fatto che le bibliografie sono entrate in maniera prorompente a far parte della mia vita e se non si sta attenti rischiano di assorbirla in tutto, motivo questo per cui ho voglia di scrivere del banale quotidiano reso eccezionale dagli amici- in questo regno non è detto che la concentrazione esiga il silenzio, vi è il momento della telefonata e ognuno schizza in una stanza qualsiasi, poco importa se la mia o la tua o la sua, e poco importa se la telefonata è in entrata o in uscita, anche in questo caso in forza di una regola non detta, quel momento coincide per tutti ed è indipendente dalla volontà di ognuno. in questo regno c'è sempre tempo per la "stupida" e soprattutto per la "stupidissima": the last and the least. in questo regno si affinano le ricette altro le chiacchiere! in questo regno mentre sei in camera a scrivere quello che stai leggendo, ti senti chiamare dalla sala in un crescendo di espressioni e di voci, si passa dal "vieni è pronto l'aperitivo" al "daai hai rotto il cazzo tu il libro che stai leggendo il blog" mi si apostrofa in varie maniere che censuro per giungere trionfalmete all'intrusione a mezzo irruzione violenta in camera. è giunto il momento del "cel'hocon", saluti a casa e baci alli piccini.

martedì 2 ottobre 2007

l'umore degli zigomi, II

bella la stanchezza alla fine di una giornata produttiva. è d'obbligo lasciare qualcosa di scritto per ricordarselo,fa bene all'umore.
senti le vene pulsare, il mal di testa è proprio là, dietro l'angolo come si dice, anche se di angoli nella testa non ce ne sono, solo spirali, cerchi irregolari e percorsi infiniti di sinapsi, quelli più belli-di percorsi dico- ti sorprendono e ti fanno sorridere quando cammini da solo per strada..

sabato 29 settembre 2007

scala pentatonica

eccoci qua di nuovo. facciamo una disamina dei fatti, ormai sei di nuovo un fumatore, la "biondità" se ne sta andando insieme al sole che si raffredda. la cottura perfetta della pasta non è più una preoccupazione,dico anche per inciso che il barré sta diventando meno farraginoso ma c'è ancora molto da lavorare. non riesco a carpire la differenza tra un accento circonflesso e uno grave, quando apro la busta dei taralli la sfascio e condanno il suo contenuto a fare i conti con l'aria per sempre, il tredici verticale era lì ma qualcuno l'ha spostato ed allora mi perdo nei meandri delle caselle. mi ricordo dove sono le cose, vesto bene ed ho un gran sinistro. non riesco a stare in pari con le lavatrici e non riesco a smontare un mobile ikea senza romperlo. sono bello e sono sano come un pesce.

mercoledì 26 settembre 2007

indu vs dedu


avete mai fatto caso al ritmo con cui lampeggia il cursore delle lettere quando scrivi al computer? mi piace pensare che dopo un pò di parole digitate velocemente, abbia bisogno di prendere fiato, allora mi fermo un attimo e lo faccio respirare e così lampeggia ed ansima a ritmo decrescente. altre volte, per pigrizia di usare il mouse, scorro veloce avanti ed indietro saltando tra le righe,le lettere e gli spazi vuoti. allora mi piace vederlo contento come i cani quando li liberi nei giardini e corrono tra le piante, poi dopo ti guardano con la lingua penzoloni e ti chiedono l'acqua con gli occhi e, in questo caso, scusate ma non mi viene niente di simile da accostare al cursore che lampeggia dopo corse folli tra lettere e spazi vuoti. il punto è che mi piace credere che certe cose siano come certe altre. sto usando tante parole per dirlo -basterebbe dire che sono un sognatore o usare altre altre che descrivono la mancanza di concretezza- solo per spiegarlo meglio-dunque a ciò che precede si può aggiungere prolisso-e per dire che ragionare dal particolare al generale forse è meglio che il contrario.

martedì 25 settembre 2007

più repressione più violazione



è altamente consigliato svegliarsi ed ascoltare il bel danubio blu. io, per esempio, nella semi coscienza di un risveglio non forzato ma pastoso, ho fatto questo. i pensieri si muovevano cullati dalla musica, gli occhi fissi sulla tazza di té ed anche il fuoco di fumo che ne usciva pareva seguire la musica, non fosse per qualche rutto del mio amico che ne sorprendeva la regolarità e mi aumentava il buon umore.

lunedì 24 settembre 2007

start-up

l'aria cerca di farsi strada tra le mie narici occluse da un muco che è là da una settimana, sento i muscoli del collo che scricchiolano dopo una notte che mi ha mosso e fatto scoperchiare il letto, il caffè uscirà a momenti e la giornata incomincerà fra un pò di più, ma lo stato influenzale persiste. adoro saltare la tappa "denti" prima di andare a dormire, mi fa sentire come un bambino che salta la scuola, o comunque come un bambino che pensa "ti ho fregato" anche se sta parlando solo con se stesso, mi piace un pò di meno il sapore in bocca che ti rimane la mattina dopo. parte il cd, piano piano mi sveglio mentre il torpore svanisce insieme al muco nel naso, affiora alla mente la giornata di ieri, si presentano i pensieri dei "devo" di oggi.

domenica 16 settembre 2007

_-_-_

è vero èvero, è solo che sembra ancora estate, è solo che c'è una tappa di mezzo, è solo che c'è un "ultimo" di mezzo proprio domani, è solo che mangio questo toast e fuori c'è un sole accecante e mi sento una cosa dentro, è solo emozione.

giovedì 6 settembre 2007

karamallis

intendiamoci, non voglio riferirmi agli starnutini notturni e alla coperta o troppo corta o troppo per terra, non voglio neanche riferirmi a quanto ero perso in, e preso da, una festa in mezzo a persone che pubblicizzavano prodotti dalle proprietà smacchianti straordinarie e ad anziani che praticavano il total body al ritmo di tiraseròl'aiuolaremix. niente di tutto quasto, o meglio non in particolare questo, volevo dire che il barrè è questione di pratica e che a volte succede che ti diano un amico gratis che ti pulisce casa senza soluzioni di cpntinuita, mi dispiace solo che adesso non potrò più flirtare almeno per telefono con ruxana, minuta ragazza delle pulizie, cioè non avendo una scusa finirebbe il gioco. diciamo sono felice, per tanti motivi, ma soprattutto per i pomodori, perchè se in una casa non ci sono pomodori, la cosa è più triste della pasta al burro e io ne ho un cesto pieno, un gran bel centro tavola con pomodorini e friggitelli che mostrano i loro colori e fanno sentire i loro profumi.

domenica 2 settembre 2007

memoria, breve II

da quando ho imparato a fare il morto a galla non ne posso fare a meno, ti distendi e galleggi, senti con la bocca dello stomaco il silenzio sott'acqua, senti nelle orecchie i rumori là fuori e lo sciabordio del mare contro il tuo corpo sospeso, chiudi gli occhi e sei tu che parli con te, null'altro.

memoria, breve

risolutamente, seduto e rilassato, ho deciso di starmene immobile e guardare il soffitto. nella stanza, i pensieri si muovono come piccole lucciole e, nelle pause tra una traccia e l'altra del cd, si spengono e si riaccendono. nel treno invece, specie quando è caldo, e sei da solo seduto nell'ultimo scompartimento dell'ultimo vagone della freccia del salento, i pensieri scappano via dal finestrino vibrante, vibrante come ogni cosa che ti circonda in quel momento, volano e si perdono nella notte.

mercoledì 8 agosto 2007

Souvenir

Il y avait la fête de ma petite ville: beaucoup de lumières, de couleurs et tout le monde qui se promenait dans les rues parmi le etalages de gâteaux et de vêtments, mes oreilles pleines d'un mélange de musique de l'orchestre et des hurlements des commerçants. Moi et ma cousine etions dans le fleuve de gens, dans ma main une glace qui ne resistait pas à le chaleur de l'été, j'avais 4 ans e tout était plus grand que moi. Nous nous sommes arrêtés devant un étalage d'animaux et je me suis fixé avec un petit singe, j'admirais son costume céleste, ses 4 mains et sa tranquillité. Ma cousine m'a dit de lui donner ce que restait de maglace, mais je ne voulais pas , je lui ai seulement demandé:"Pourquoi tu es tellement poilu?".

sabato 4 agosto 2007

autoroute

l'abitcolo della marbella è un catalizzatore di pensieri, una metafora della mente. scorri lungo le autostrade di ovunque sia, osservi la linea di mezzadria prima continua, poi discontinua. guardi fuori dal finestrino e le piccole macchie sui vetri ti attraggono, poi perdi subito l'attenzione e osservi il paesaggio che sfila là fuori, montagne di notte, luna prima crescnte poi piena e poi calante, alberi colline e fiumi, vigneti eleganti come solo i vigneti francesi sanno essere, un camion nell'oscurità, una donna al casello dell'autostrada che ti sorride, la playlist che scorre e la mente a briglia sciolta: pensieri che tracciano delle linee tra le stelle, come il gioco facile della settimana enigmistica di tuo padre.

L'ULTIMA CENA

venerdì 3 agosto 2007

allora quando parti?

cielo nuvolo, aria fresca e sensazione che spiazza, come i fiori che si svegliano prima a causa del caldo, come i baffi che si ghiacciano dopo a causa del freddo.
mi sento esattamente come un animale che ha l'orologio biologico sballato, sballato dalla mancanza di sole, da un' aria frizzante inattesa, dalla scomparsa di una routine estiva marina e fatta di cibo e buon vino, di un cane, di affetti ed amici, di bevute, di sostanze, di pugni schiaffi e abbracci, di discorsi ripetuti fino al non-sense, di amari, di ricci e cozze e provola ed un pò di ostriche, della tedesca a punti con la veloce e la super veloce, di sudate nella macchina e di lenzuola umide, di tramonti rossi nel mare di ponente dove il sole va a dormire con ritmo crescente.
spiazzato e piacevolmente sorpreso, eccitato, si mi sento anche eccitato, anzi no, è colpa della terza tazza di caffè un pò tiepido ed un pò freddo, proprio come la giornata di oggi. ma lo sappiamo tutti, il sole è là dietro, le nuvole estive sono sempre indecise, a volte dense ma mai persistenti, basta poco e tutto va via, come togliere l'alone di quel caffè un pò freddo ed un pò tiepido, ancora umido, nella tazzina davanti a me.

venerdì 20 luglio 2007

what did i dream?

ho pensato alla matita degli occhi di una donna, ho penato alla sua biancheria, guai ad alzare il tono della voce per quanto nobile sia il motivo.
scopriti come sei,scopriti per quello che fai, una gran conquista ed un gran successo con gli altri. qualcuno che ti amerà ci sarà, qualcuno che amerai lo troverai, non smttere di respirare, non smettere di pensare, non smettere di scegliere, non smettere di vivere, non smettere di aver paura, non smettere di entusiasmarti, non smettere di sorridere qualunque sia il motivo. smetti di bere quand'è il momento, smetti di fumare quando non ti va, esci dall'acqua quando le mani ti si arricciano, non dormire più quando il cervello è acceso anche se gli occhi sono chiusi, ma esagera quando ti va.

mercoledì 18 luglio 2007

di getto-quinquies

quello che si può dire di questi giorni si scioglie insieme alle cose di plastica sotto il sole, insieme all'asfalto bollente che inghiotte i tuoi piedi come delle sabbie mobili, e mi manca l'aria, una sciarpa di lana grezza invisibile mi cinge il collo mentre cammino. leggo al fresco di alberiche sudano anche loro, mangio due gelati al giorno, bevo birra fresca e acqua più volte al giorno, indosso canotte e camicie, ho scoperto che il lino, nonostante si chiami "fresco lino" non è fresco, è tutta una bugia.

sabato 14 luglio 2007

pastis

nel 1916 in italia veniva introdotta per la prima volta l'ora legale, in francia veniva proibito l'assenzio. i maggiori produttori di questa bevanda (ricard e pernod) modificarono la ricetta introducendo anice e zucchero, nasce il pastis, bevanda tipica della francia del sud che si lega come un'endiadi ad un gioco simile alle nostre bocce,il o la petanque.
attualmente la versione più diffusa e più bevuta è quella che risale al 1932, una ricetta messa a punto da daniel ricard, il sapore dell'anice stellato della cina del sud viene arrotondato da varie spezie ed in particolare della liquirizia che cresce sulle rive dell'eufrate in sirya.

è un drink che ti fotte, lo puoi usare come aperitivo o come ti va, lo allubghi con acqua e ci metti dentro del ghiaccio, il risultato è sempre lo stesso: interrompi un attimo la conversazione per andare in bagno, ti alzi spensierato e leggero,mentre ti lavi le mani o magari semplicemente ti fermi e ti guardi allospecchio, hai una netta presa di coscienza e rivolgendoti all'immagine riflessa davanti a te dici "cazzo sono ubriaco!".

martedì 10 luglio 2007

.....

in volo con le mani sul volante di un'auto che non attraversa lo spazio, si insinua nel tempo e svolazza come fogli sotto i colpi del vento. vengono e vanno le vele sul mare di una goccia che solca il viso e che si perde nei burroni delle espressioni felici e turbolente. si vive di abbagli del sole se si fa rotta verso la luce, le emozioni non hanno peso, ti danno quota e ricchezza ma ti avvicinano al calore. sono e quindi pretendo, di essere un icaro in caduta ma con il sorriso, come pasta scotta mi spalmerò nel piatto e non sarò gradito ospite dei commensali, aggiungi un posto nel ventaglio dei tuoi te, quando farà caldo ritornerà utile.

di getto-quater

buongiorno al sole splendente e alle palpebre appiccicaticce. trovo i posacenere ricolmi e un tostapane cromato immobile a fianco allo stereo, buongiorno anche a loro.
il vento fa circolare l'aria e sbattere le porte, il lavandino emana vapori sinistri ed alqanto indigesti. un'altra mattina sconosciuta alle spalle, vista da lontano mi risulta sfuocata dal calore di mezzogiorno.

domenica 8 luglio 2007

A piedi nudi

lo scerabbà


è da un paio di giorni che mi chiedo come interpretare il titolo: "pensavo fosse amore invece era un calesse". da qui è stato facile dedurre che più o meno tutte le scelte, dalle più banali alle più importanti, comportano uno schierarsi. e c'è di più, anche se risaputo, mi è venuto in particolare in mente poco fa questo: ogni cosa è perepita diversamente , da questo percepire derivano anche le scelte. una patata e un peperone, due cose diverse!
c'è una cosa vorrei dire: proprio stanotte ho fatto un sogno in lingua, parlavo al telefono ma avevo la doppia telecamera, tipo immagine divisa in due sullo schermo. da un lato io e dall'altro l'interlocutrice, ovviamente.parlavo un'altra lingua, francese mi ricordo, scherzi dell'inconscio. la particolarità è che era un sogno con i sottotitoli per non udenti. "sottotitoli per non udenti", lo stesso concetto di "posto riservato per invalidi civili e di guerra" mille volte letto ed una volta anche scritto per un Amico con il collare ortopedico, un pò invalido poverino e tutto perchè? per colpa della sambuca.
ma non è di questo che volevo parlare, non mi ricordo più, come quando inizi un discorso e, dopo una pausa lenta e velocissima, meraigliato chiedi: "dove ero rimasto?". si dunque, la patata ed il peperone, pensate all'uovo e a come vi viene in mente: al tegamino è un pò banale, sbattuto troppo evocativo, con panna e paprika ungherese inizia ad essere chic, intero e nella sua confezione mi sembra triste e poco espressivo.
di nuovo silenzio e di nuovo luna calante, il caldo si fa sentire sul colletto della maglietta, ma tuttavia continuo a chiedermi se sul calesse basta semplicemnte salirci oppure occore trainarlo.

giovedì 5 luglio 2007

di getto-ter

sento un gran da fare nelle narici, tutto si prepara per uno starnuto. stanotte la finestra aperta ha lasciato entrare dell'aria fredda, gelida, l'ho sentita ed il lenzuolo sfuggiva, lo cercavo ma era come vivo, ora appallottolato ora disteso non sul mio lato. un sonno poco tranquillo, soprattutto nella veglia del mattino, quando i rumori lontani della gente che ha iniziato il suo valzer spesso si trasformano in elementi di un sogno semicosciente. piccoli inghippi della mente, allora una stupidaggine può sembrare qualcosa di incredibilmentnte complicato, un elemento che si ripete e ti agita il sonno. la finestra ha sbattuto mossa da una leggera raffica, ho starnutito, l'ho chiusa con gli occhi ancora non aperti e ho sistemato il lenzuolo fresco e sgualcito dai miei maltrattamenti, ho affondato la testa in un cuscino morbidissimo e tutto è tornato limpido. se poi c'è la sveglia, pazienza, stamattina il caffè lo farò da me.

sabato 30 giugno 2007

la notte era finita e ti sentivo ancora, sapore della vita

ho visto un uomo che vendeva delle rose, ho visto una donna attempata fare della civetteria, ho visto più volte il video del sughero, ho visto una lingua con il piercing cercare le ultime gocce di liquore nel bicchiere.ho ascoltato della musica con le cuffie, il ronzare del frigo nel rumore fermo della notte, il frusciare delle lenzuola mentre ti addormenti. ho usato l'olfatto per l'odore dell'astice al forno ed il gusto per il prosecco, ho toccato dei piatti di porcellana calda e dei capelli.

giovedì 28 giugno 2007

domenica 24 giugno 2007

nessuna nuova buona nuova?

caldo sudore e birra fresca. poche idee, densi i pensieri faticano a sfrecciare nella mente, hanno caldo anche loro. quando sudano, i pensieri ti danno l'impressione di essere più profondi, la fatica dà concentrazione e la concentrazione ti dà tutto. non c'è bisogno di riscaldamento, neanche di streching, è già tutto caldo, tutto pronto, nessun pericolo, nessun infortunio o incidente, puoi lasciarli liberi di andare dove vogliono, senza limiti e senza paure, loro sudano, sono concentrati per il solo fatto di essere, sono pensieri di un pomeriggio caldo, sono pensieri di cui ti puoi fidare perchè il traffico scorre, ci sono degli ingorghi, delle file interminabili, ma nessun camion rovesciato e nessun ferito, niente ambulanze, un esodo di pensieri senza intoppi in una domenica pomeriggio governata dal silenzio, ma questo non fa mai notizia.

venerdì 22 giugno 2007

di getto bis

sento sulla schiena la stoffa del divano fuori stagione, sento sotto i piedi il cotone della sua copertura, morbido fresco e forse sporco. ronza il frigo come le cicale fuori, gocciola il lavandino come il mio naso ieri. dove, come e quando, ma questo è il momento del devo.

mercoledì 20 giugno 2007

l'umore degli zigomi

quando le palpebre sono pesanti ma non hai sonno, quando l'aria calda ti si appiccica addosso e non puoi farci niente perchè una doccia sarebbe un sollievo troppo fugace per dare degli effetti apprezzabili. soprattutto quando pensi che oggi andrai al fiume ma scopri che quel fiume si è prosciugato, anche quando casualmente scopri un pacco di sigarette, nel caso marlboro lights rigide, e visto che non fumi ti meravigli che ci siano e pensi che giacchè una te la puoi fumare, apri e non v'è traccia di marlbro rigide; in tutti questi casi, i quali possono accadere in sequenza, ed è quello che mi è successo, pensi che la colpa sia del caldo, pensi che sia una situazione di emergenza e allora tutto sia concesso, come la pena di morte in tempo di guerra. allora voglio esagerare, apro il frigo e stappo una dreher scintillante sfavillante e piena di brina come la mia pelle, la sorseggio senza far niente, mi viene giusto da pensare ad un paio zigomi alti ed eleganti che ho visto per strada, di sfuggita, qualche giorno fa..

lunedì 18 giugno 2007

giovedì 14 giugno 2007

scusate il ritardo




un caleidoscopio di personaggi,il vecchietto con la 126 bianca che procede a passo d'uomo con canotta bianca e bermuda a vita alta, la vicina di casa che adesso la chiamo zia, ma è come uno york shire: a volte lo accarezzeresti, delle altre lo prenderesti a calci. un'altra zia, questa volta anna, che ha cercato di spiegarmi come fpsse vestito suo figlio il giorno del suo recente matrimonio: abito bourdeaux di velluto come willy wanka e scarpe di pitone rosa.un uomo che voleva infilarmi la racchetta nel culo perchè secondo lui ero una tesata di cazzo perchè giocavo a racchettoni in spiaggia, ma forse aveva ragione sull'essere testa di cazzo.

i pescatoro, tanti e tutti abbronzati con barba incolta e sigaretta perenne in bocca, come se non si consumasse mai, non li ho mai sorpresi mentre se ne accendevano una, forse usano gli stessi superpoteri con i quali prevedono la pioggia, le mareggiate e tutte quelle cose.un'allegra famiglia che lo stesso giorno in cui mi hanno detto che ero una testa di cazzo, voleva denunciarmi perchè secondo loro ero ubriaco e drogato visto che avevo una dreher in mano ed il cane, pardon, la cane, senza guinzaglio.tal piero che oltre a pagarmi la colazione mi ha praticamente regalato un'aragosta. il barista con due erre, l'unica persona che per sopportare il doppio turno, riposa metà persona alla volta, un occhio chiuso ed un occhio aperto, ma seriamente ed impeccabilmente ti serve offrendo prezzi stracciati terminando ogni frase con un PREGO, indugiando per dei secondi sulla "e".
non posso non nominare mio cugino lillo, un cane dal pelo fulvo (proprio grazie a lui ora conosco il sognificato della parola fulvo), indipendente e scaltro, lui fa il bagno in mare solo in giugno e in settembre, ha deciso così. ed in tutto questo trionfo di autentica vita, vi sono altre cose da ricordare: le mail di lamentela per la mia latitanza rispetto agli aggiornamenti, il mare blu ed il fatto che sono a casa.

martedì 5 giugno 2007

di getto

sonno stropicciato sul letto, la finestra aperta e la luce del sole del pomeriggio tardo e plumbeo riposa nella stanza disfatta. il lavandino ricolmo di stoviglie e nell'aria una leggera punta di anice, mi aggiro per la casa rilassato, ascolto il silenzio delle sei. penso a cosa sò di più adesso e che mi potrà servire nella vita: lo chevre è un formaggio francese di capra, mi piace la tequila, il carpaccio può essere anche di melanzane, il barrè, la potenza dei fermenti lattici si esprime in miliardi di spore e non di spole, fino a quaranta gradi puoi mischiare i colori e non succede niente, la pianta di basilico non va sotto il sole, mentre stappi una bottiglia di vino devi essere mentalmente convinto che non saprà di tappo,mi piacciono alice dona e serge gainsbourg, la collezione dicembre-gennaio si chiama crociera, sempre meglio prima perchè prima è meglio e poi qualcos'altro, ma dovrei pensarci troppo e so anche che pensare troppo non fa tanto bene.

domenica 3 giugno 2007

bollettino

ho appena terminato una seduta importante, una riunione nella quale sono state approvate svariate delibere, tutte di una certa consistenza.
lo stato di liquidazione è stato revocato, il risanamento si concluderà con l'acquisto di fermenti lattici e vitamine per 3 miliardi di spole/spore.

venerdì 1 giugno 2007

38 e 4

ho la stessa temeperatura di quando ho sostenuto l'esame per accedere alla seconda elementare senza passare dalla prima, in gergo si dice che ho fatto la primina. avevo le orecchie tappate ed il cervello ovattato come in questo momento, avevo scritto un dettato e la prova di matematica era fatta di esercizi del tipo 3+..=10 e ce ne erano anche con le moltiplicazioni. proprio perchè non stavo bene ricordo anche che indossavo un giubbotto a vento celeste che era una figata, ero tutto imbardato in una classe con i mattoni a scacchiera che avevano ormai perso il loro smalto, a fianco a me un bambino e una bambina ( ma alla fine solo io avevo preso ottimo). dopo l'esame era venuto a prendermi da scuola mio nonno in bici, la zappa attacata all'asta, "non preoccuparti del vento, serve ad indurirti le ossa" mi aveva detto e, una volta entrati in casa, l'odore di cibo cucinato nell'aria ricaldata dal fuoco aveva assalito le mie narici intasate. mio nonno si è seduto a fianco al camino invotandomi a fare lo stesso e mia nonna, una figura illuminata dalla poca luce che entrava dalla finestra intenta a lavorare all'uncinetto, è venuta verso di noi e piegandosi verso mio nonno gli ha sollevato i piedi e sfilato le scarpe. un gesto semplice ed enorme che è rimasto nella mia mente, uno di quei ricordi che si dicono indelebili. mi è ritornato a galla proprio adesso, spinto dai fumi di una febbre che sale e non accenna ad andare via. riesco a scrivere ma fatico a leggere, provo a domire ma rimango allo stato di una persona con gli occhi chiusi, ho delle fitte alla pancia che mi danno pena a intervalli regolari, tra un pò dovrebbe arrivarne una, ancora un attimo e uhjknhgvfjhhfkuygh knmb,mnyffdxerewtsrygnbvghjh.. ok è passata, "domani andrà meglio" diceva mia nonna a mio nonno mentre gli sfilava le scarpe.

the last performance




strisciati ai fiori di zucca con filetto di orata e scorza di limone- carpaccio di pesce spada con salsa di limone e salvia- greco di tufo e cynar

martedì 29 maggio 2007

lunedì 28 maggio 2007

la stessa faccia

un evento inaspettato mi ha reso felice, basta poco, davvero poco. abito nella casa dove abito da circa cinque anni, vado per i sei; i primi tre anni ero un fumatore regolare ed ogni giorno mi recavo al tabacchi sotto casa, sempre lo stesso, e chiedevo un pacco di sigarette, sempre lo stesso, guardando una faccia interrogativa che attendeva, sempre la stessa. nel corso degli anni mi è capitato di andare più volte anche nello stesso giorno, sempre allo stesso tabacchi per soddisfare le varie esigenze legate al tabacco e a prodotti surrogati. mai, dico mai ho ricevuto un segno di intesa da parte di quella faccia interrogativa, sempre la stessa, che mi guaradava ogni volta come se fosse la prima volta che entrassi in quel tabacchino. ebbene oggi, giorno in cui ho deciso di comprare del tabacco per illudermi di non essere ridiventato un fumatore, proprio mentre stavo prendendo cartine e pacco di golden virginia da sopra il bancone voltandomi per andarmene, quella faccia, sempre la stessa, mi ha sorriso e furtivmente, come se fosse proibito, mi ha allungato una borsina porta cose: "così sei più comodo" mi ha detto. aleluia alleluaia alle-luia!

venerdì 25 maggio 2007

san ruffilio-ponte savena

quando senti una vocina dentro di te che ti dice di fare delle cose, la voce della volontà ridotta all'osso, minimizzata. le abbassi il volume e riesci a sentire solo un vocìo nei momenti di non concentrazione. hai deciso di non sentirla, il passaggio dal pensiero all'azione è troppo faticoso, ti sembra lungo ed impervio come affrontare un passo di montagna in pieno inverno. allora quando riuscirai a sentire questa vocina e atradurla in azione significa che sei diventato grande e che sei maturo? non ci credo, mi tengo la mia vocina che mi dice le cose e che non ascolto, mi tengo i miei contrasti, mi tengo le mie delusioni e le mie gioie inspettate. ma non è così semplice perchè se arriva una cosa positiva si dimentica che quella vocina telo aveva detto, se invece ad arrivare è una cosa negativa, sei capace di invertarti di aver sentito quella vocina che ti avvertiva, che ti diceva cosa fare.
in quei momenti nei quali sei seduto nell'autobus poco affollato, sei assorto nell' ambiente diafano fatto di oggetti freddi e persone diverse, credi di avere una risposta per tutto e quindi chiudi il cerchio dei pensieri con un sorriso sferzante, beffardo. così di nuovo giunge quella vocina e se non le abbassi il volume sono cazzi, se la ascolti e non la traduci in azione sono cazzi e se non ti accorgi che devi scendere quando devi scendere, beh in un modo sono cazzi anche quelli..

mercoledì 23 maggio 2007

raffreddomed

scendo giù dalle scale, esco dal palazzo passando per un giardino ben curato: prato inglese, pini e pitte pittazze. vorrei recuperare la mia bici, ma appena metto piede nella terra il tutto si trasformain un campo di battaglia, spuntano fuori dall'erba degli aggeggi che spruzzano acqua all'impazzata e ce ne sono tantissimi e proprio in quel momento sferraglia un treno aldilà del muro sull'altro lato della strada, un camion della spazzatura inizia il suo frastuono.
provo a correre a zig-zag per evitare i getti, ma vengo ripetutamente ferito all'addome, alla schiena e alle gambe. sono ridotto un cencio e ho la testa svuotata, il naso tappato da un raffreddore tipico di febbraio ma peccato che siamo in maggio e per di più sembra agosto... la bici cigola e la tracolla della borsa aumenta la pressione sulla mia spalla, stoicamente mi sollevo sui pedali ed insieme alle pulsazioni del cuore sento aumentare la mia velocità, contraggo i muscoli delle braccia che sussultano alle vibrazioni del fondo lastricato ed irregolare ed umido delle strada che riflette luci distorte: una notte giallo opaca con pochi avventori al rosso dei semafori. involontariamente alzo gli occhi al cielo e scopro le stelle e una luna dimagrita, ma tanto nitida che si vede la sua la zona senza luce. ho sempre pensato che la luna fosse fosforescente, come la suola delle cult blu, ma invece no, mi hanno detto come stanno le cose e insomma ci stavo pensando, un'altra verità che ho deciso di buttare nel dimenticatoio.

sabato 19 maggio 2007

toplex

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mercoledì 16 maggio 2007

lunedì 14 maggio 2007

essere o non essere


un dilemma nel pomeriggio, in una pausa che in realtà non è una pausa poichè non si è mai iniziato. è tipico della mia persona, se vedo il traguardo da lontano mi rilasso. un forte vento continua a fare sbattere porte e finestre, dei rumori che mi fanno quasi compagnia; ho già ceduto alla brinkesbauffen pilsner da mezz'ora, ma adesso che faccio, la giro?

domenica 13 maggio 2007

il chepost 2

finalmente sono riuscito a fare una lavatrice, il solito mezzo carico ma questa volta mi sno ricordato, ho steso i panni per farli asciugare ed ero tutto eccitato all'idea di avere cinque paia di mutande pulite e fresche. ho maturato la decisione di portare a compimento un ciclo di lavaggio ed asciugatura quando mi sono visto costretto ad indossare le mutande rosse della notte di capodanno con tanto di scritta-augurio LUCK&SEX.
il vento non mi è stato amico, sono in emrgenza intimo, tre paia di mutande blu scintillanti hanno preso ilvolo, portate via chissà dove..no no, questo non vuole essere il risvolto di significato di quello che sto scrivendo, non c'è nessun a metafora, solo un pò di sana idiozia.

venerdì 11 maggio 2007

come da calendario, forse in anticipo

la stampa nazionale di questi giorni si è occupata molto della vittoria di sarkozy, dei disordini che ha causato, del partito democratico, delle pensioni...tuttavia un articolo mi ha colpito e ci penso ininterrottamente da due giorni: DI CHE COLORE HAI I CAPELLI?
la risposta dentro di me era semplice e scontata, ma quando ho provato a fare delle interviste mi sono sentito spiazzato; risposte del tutto inaspettate hanno minato una delle mie poche certezze della vita. ho traballato, ma sono rimasto in piedi quando non ho più avuto una mia stanza (mi riferisco alla cameretta, che negli anni di una persona subisce tante modificazioni ma mantiene quell'atmosfera, sempre la stessa sin da quando ci dormivi da bambino), ho accettao il fatto che lilly il vagabondo fosse in reltà lilly E il vagabondo con tutte le sue conseguenze di significato perchè così allora quadrava. , mi sono abituato al fatto che il pesce si possa mangiare anche col vino rosso.
Ma quando uno è stato biondo per ventiquattro anni e adesso si sente dire che ha i capelli castani, beh, questo è troppo!
mi sono aggrappato a risposte del tipo castano chiaro, la più interessante è stata biondo timido,
ma il conforto ovviamente l'ho trovato nella mamma, BIONDO CENERE mi ha detto.
tanti auguri a tutte le mamme del mondo, che sono tutte belle.

giovedì 10 maggio 2007

però è vero

cosa succede quando arriva il caldo? ve lo dico io cosa succede, tutti sono in giro, si sorride tanto e tutti sono amici. sei per strada, passeggi in sandali e camicia, ti molleggi e sei contento della tua età e dell'aria afosa che respiri, stringi in una mano la tua birra fresca, la bottiglia ricoperta da un velo di condensa come quello sotto le tue ascelle dopo una giornata di servizio al tuo corpo, questo succede: sudi!

domenica 6 maggio 2007

gin&tonic time


Spostando vecchi giornali ho letto un articolo, ve ne riassumo il contenuto:
uno degli ingredienti del g&t, e credo sia anche la causa della nascita di questa bevanda, è il chinino. esso si estrae dalla pianta quimaquima, originaria delle foreste andine, e veniva usato come medicinale dgli indios. Le proprietà curative di questa pianta furono scoperte dagli europei nel '600, quando Dona Francisca Enriquez de Ribera, contessa di Chinchon e moglie del vicerè del Perù, ammalatasi di malaria venne fruttuosamente curata con il rimedio degli indios.
Nel 1662 la polvere della contessa era famosa in tutta Europa, dove la malaria imperversava. A Roma era usata dal Papa e dai cardinali, del suo commercio se ne occupavano i gesuiti e per questomotivo era chiamata la polvere dei gesuiti. Nelle capitali protestanti del nord europa, invece, essa era chiamata veleno dei gesuiti, e non veniva adoperata dai protestanti ragione per cui Oliver Cromwell morì di malaria nel 1658. solo quando Robert Talbor salvò dalle febbri Luigi XV di Francia e Carlo II d'Inghilterra, la polvere rossa iniziò ad essere conosciuta in tutto il mondo.
duecento anni dopo(nel frattempo l'isolamento del chinino e la scoperta della trasmissione della malaria per mezzo delle zanzare valse il premio nobel per Alphonse Laveran,francese, ed Ronald Ross, inglese) , in epoca coloniale, la malaria imperversava in india ed in africa, il British Empire aveva un disperato bisogno di chinino. Vennero inviate spie in Venezuela, Perù, Bolivia, Ecuador. Furono tanti i tentativi falliti, fu un magghiato cokney, Charles Ledger, a riuscore a procurarsi una manciata di semi di quimaquima, violando il monopolio sudamericano sulla pianta e causando la morte della sua guida india Manuel Manami.
grazie a questa manciata di semi, già nel 1879 l'india era il maggior produttore di quimaquima, che venne poi ribattezzata Chincona Officinalis, in onore della contessa di Perù.
Così i colonials inglesi scacciavano la paura delle febbri mortali sorseggiando un infuso di chinino che venne chiamato tonico indiano. La medicina, però, era amarissima e Jacob Schweppe risolse parzialmete il problema aggiungendo una piccola dose di chinino alla sua acqua carbonata, rendendo così il rimedio un pò più bevibile.
La Schweppes Indian Tonic Water divenne ben presto la bevanda che rinfrescava ogni gola dell'impero. Rimaneva però ancora molto amara.
durante la guerra dei trent'anni, i soldati inglesi nei Paesi Bassi scoprirono il gin e, bevendolo prima della battaglia, lo ribattezzarono Dutch Courage; lo portarono in patria e ben presto il gin divenne il liquore preferito della gente comune, nel 1850 a Londra vi erano circa 5000 Gin Palace, posti dove la gente povera andava ad ubricarsi sognando un'altra vita.
In questa situazione, fu normale per i soldati inglesi mischiare il gin alle medicine che gli venivano somministrate ed il risultato fu stupefacente: il gusto amaro del chinino si sposava benissimo con quello aromatico del liquore al ginepro ed in più la bevanda era molto dissetante.
La necessità di rendere bevibile una medicina e l'espansione coloniale creò il drink più conosciuto al mondo. tutto il mondo anglosassone lo adottò, tanto che per molto tempo, e pare ancora oggi in alcuni club londinesi ma non saprei dirvi quali, per avere un gin&tonic bastava dire "drink please!".

giovedì 3 maggio 2007

pubblico invito


domani 4 maggio la mia festa di compleanno si terrà
in via paolo fabbri, 1. bologna, italia.
la cerimonia avrà inizio per le ore 21 e 30.
le scuse accampate in caso di assenza saranno accettate solo se la
distanza da percorrere per raggiungere l'evento è superiore ai trecento (300) km.
in ultimo volevo ricordare che non siete tenuti a presentarvi con un regalo,
ma sarei molto contento se fosse rispettato il tema della festa liberamente interpretabile:
IL PARTICOLARE CHE UCCIDE.
distinti saluti. angelo de

martedì 1 maggio 2007

...


la freschezza di un mattino anche con le nuvole,
la comodità di un letto ormai senza lensuola,
il caffè di ieri, ma oggi in ghiaccio è buono,
pagina 213 di vogue italia, la doccia non fredda anche
se lo scaldabagno è solo alla prima tacchetta,
adesso però devo andare.

lunedì 30 aprile 2007

meriggio

entro nella gelateria, la più buona che ci sia.
vi si possono comprae solo vaschette da kilo, niente coppette o cornetti,
nessun compromesso.
guardo il bancone ma i gusti non sono esposti. vediamom un pò,
dunque "dolce nostalgia" l'ho già preso l'altro giorno, oggi non mi va.
mi consigliano di prendere "emozione artificiale" ma so già che le meringhe
il giorno dopo non mi faranno stare bene, scorro l'elenco e alla fine opto
per "sbronza consapevole" , "pensieri al vento" ed "euforia da attesa".

sabato 28 aprile 2007

un grain de beauté

cammino per strada ed è una splendida giornata, il sole è giallo e il cielo azzurro, i colori della città più vivi. sono solo con la mia testa mentre cammino staccato dai suoni del mondo esterno dalle cuffiette dell'ipod, muovo le labbra canticchiando le canzoni che modulano il mio umore.
controluce, tra gli sguardi del sole che come fendenti attraversano gli archi giallastri dei portici, seguo con gli occhi dei capelli d'angelo che svolazzano e si muovono come uno sciame di api ubriache. tolgo gli occhiali da sole per vederli meglio ma una folata di vento se li porta via. mi stropiccio il naso e gli occhi ancora assonnati, sento l'umido delle lacrime negli occhi e un odore nel naso (a causa di una passione che ho sin dall'infanzia e mai abbandonata, il volume d'aria che risce a stare nelle mie narici è sproporzionato per un essere umano, così capita che degli odori vi rimangano incastrati, si rintanino negli angoli più nascosti ed escano fuori inaspettatamente, dopo un'ora, un giorno, un mese, un anno o dieci anni dalla loro registrazione),
ho un dejavù dell'olfatto che scompare nel momento in cui lo percepisco, come vedere una stella cadente, come quei momenti che scivolano via tra le dita del tempo e ti lasciano con l'eco di una parola nella mente.

giovedì 26 aprile 2007

la dieci


il profumo di mare immagino e la sensazione della sabbia
tra le dita dei piedi provo a ricordare. notte di luna calante,
alba, giorno e crepuscolo..che profumo di mare.

mercoledì 25 aprile 2007

scritto e diretto da angelo de



il caldo afoso di oggi è interrotto da brevi folate di fresco venticello. ho in testa delle canzoni anni sessanta e la vista della realtà intorbidita dalla luce del sole del primo pomeriggio mi dà la sensazione di essere in un film di quegli anni:sono il regista, il tecnico delle luci, quello del suono ed il fotografo, ho scritto io la sceneggiatura e ho scelto la colonna sonora e ho fatto i provini ed ho scelto il cast, ma, come in un sogno semicosciente, mi sgolo e continuo a sbraitare "STop" "azione" "no" "rifacciamola" e ritorno indietro e vado avanti e cambio, e le informazioni ed i pensieri sfrecciano nella mia testa come nel cartone animato di "siamo fatti così".
appoggio i gomiti sulla ringhiera del balcone, gli occhi semichiusi per il riflesso del sole sui vetri delle finestre, gusto il caffè e piego le ginocchia su e giù: guardacomedondolo guardacomedondolo cooon il twist! guardo in basso nel cortile un bimbo che gioca con un pallone, gli caccio un urlo e lui sorridendomi mi mostra il suo dito medio. è tutto sudato e continua imperterrito a tirare il pallone contro il muro, destro-sinistro, destro-sinistro. sembra goffo con i parastinchi che gli gonfiano le tibie, ma è coordinato e preciso, ha ai piedi delle scarpe con i tacchetti e gioca sull'asfalto, so che gli faranno male i talloni, mi precipito per le scale mosso dalla voglia di giocare con lui, quasi cado, mi faccio male ad un piede, apro la porta e il contrasto fra l'oscurità della cantina e la luce del sole disorienta le mie pupille per un attimo, riesco a mettere a fuoco ma ormai il bimbo è scomparso, si fa vedere solo quando vuole lui, insieme alla voglia di sognare.

martedì 24 aprile 2007

incartato stamattina

la luce che entrava dalla finestra era come filtrata dalle grate che la ingabbiavano, così come
un' edera o una vigna vergine ricopre la facciata di un palazzo nascondendone i segni del tempo.
sì, quelle grate ingabbiavano la finestra e quella luce era come senza tempo. lo sfregare delle carte era un rumore ovattato e le mie mani in automatico compivano gesti senza pensieri, avevo come colonna sonora il ritmo delle fotocopiatrici che conferiva un'atmosfera da fabbrica all'ambiente e, mentre mi flashavo gli occhi gurdando quella luce che copia, ho capito che, forse, oggi come oggi, nell'inferno di Dante ci dovrebbe essere un'appendice del secondo o terzo girone dove vi sono le anime dannate dei fotocopiatori.

lunedì 23 aprile 2007

al dente



"ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa?
il faredello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. ma nella poesia d'amore
di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell'uomo. il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l'immagine del più intenso compimentovitale. quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vitaè vicina a terra, tanto più è reale ed autentica. al contrario, l'assemza assoluta di un fardellofa sì che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimentisiano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere, allora?
la pesantezza o la leggerezza? Questa domanda se l'era posta Parmenide nel sesto secolo avanti
Cristo. egli vedeva l'intero universo diviso in coppie di opposizioni: luce-buio, spesso-sottile, caldo-freddo, essere-nonessere. uno dei poli dell'opposizione era per lui positivo (la luce, il caldo, il sottile, l'essere), l'altro negativo. questa suddivisione in un polo positivo ed uno negativo può apparirci di una semplicità puerile. Salvo in un caso: cos'è positivo, la pesantezza o la leggerezza? Parmenide rispose: il leggero è positivo, il pesante è negativo. aveva ragione oppure no? questo è il poblema. una sola cosa è certa: l'opposizione pesante-leggero è la più misteriosa e la più ambigua tra tutte le opposizioni.".
ho rispolverato questo estratto di Kundera che qualche anno fa mi aveva colpito, lo sto ricopiando con i piedi ben saldi sul parquet di una casa a me amica, ma la testa..em.., scusate mi si cuocciono troppo gli spaghetti, devo andare.

sabato 21 aprile 2007

post di denuncia

basta con la gente che risponde di no quando viene chiamata
per praticare uno sport (nella fattispecie calcio o calcetto).
basta, siete loffi ed insopportabili voi e tutte le vostre scuse,
siete gente triste e dovete andare tutti a cagare!

venerdì 20 aprile 2007

sonniveglia, come dice un caro amico



"apro gli occhi ed il buio della stanza è attraversato da
fili di luce che entrano dalle fessure della tapparella.
non sapere subito se c'è il sole al mattino è una cosa che mi irrita,
ho deciso, però, di convivere con questa irritazione
quando ho capito che la luce non mi faceva dormire, delle
lame che maltrattano le mie palbebre, e poi io non sono mai
riuscito ad addormentarmi o a continuare a dormire quando
il colore dentro di me, cioè quella specie di schermo che hai davanti agli occhi
quando sono chiusi, è tipo arancione o di un nero con delle macchie di leopardo bianche.
è andata bene con le ciabatte, stranamente sotto il bordo del letto, ma sono sicuro che
un giorno, mi sveglierò nella mia cazzo di stanza buia o inondata di luce e,
arrivando in cucina, scoprirò (Mon Dieu!) la moka del caffè pronta, scintillante ed adagiata sul fornello che aspetta solo di essere acceso, sentirò lo sfiato della valvola, un fischio crescente
quasi insopportabile, lo sapevo..lo sapevo". Apro gli occhi e questa volta, insieme ai fili di luce, dal comò noto una fonte di luce che si accende e si spegne, vibra, ed emette un suono simile al fischio di una valvola, come quella della moka del caffè..

mercoledì 18 aprile 2007

il chepost




"è finita la vacanza, è iniziata davvero la primavera, sono iniziate e finite un sacco di cose, il nastro della telecamera, una penna nera, ierei e l'altro ieri, domani, ma sono di nuovo qui sul mio divano a scrivere un post che attualmente,
in questa riga, non so ancora di cosa tratterà"
"questo non è cambiato!"..
"scrivo il manifesto del blog"..."mah, forse era da fare subito". . "magari potrebbe essere originale".. "nooo, così finisci per parlare di cosa sia o non sia originale e questo, di per sè, non è originale".."bravo, questo si che lo potresti dire..anzi no dai non lo dire!".

mercoledì 4 aprile 2007

103.3 fm


lo zaino i libri i vestiti la benzina e le cassette,
l'autostrada la puzza dei bagni degli autogrill e
i grisbì. la musica che si canta, striscia continua e
curva, supera e nomi sui camion e camion, positano.
piccoli cartelli con numeri che rispondono
a un criterio oscuro, piedi sul cruscotto e scritta
piccola dell'angolo del finestrino, pioppi
peschi e siepe e mare, bagni color pastello, colline
e pianura piatta piatta e ulivi e vigneti..

venerdì 30 marzo 2007

pizzicato dai pensieri


nella notte e nel silenzio, lontana l'eco delle sirene e freschi sulla pelle fievoli soffi di vento che attraversano la stanza.. penso alla giornata di oggi, mi è capitato di leggere su Repubblica di ieri l'altro (ndr) un saggio breve di Joaquin Navarro-Valls che mi ha colpito molto. Il titolo pomposo non me lo aveva fatto notare subito ("Come trovare l'equilibrio tra ragione e desiderio").
L'importanza di valutare i propri desideri e di avere degli impulsi derivanti da motivi razionali e non solo stimoli emotivi è il centro del ragionamento, si nomina la filosofia stoica, Epicuro, Baudelaire, si distingue l' homo sapiens dall'animale.
Distaccarsi dai desideri per un attimo, dare loro un valore, fermarsi e pensare è fondamentale, magari durante la notte, nel silenzio interrotto da lontane sirene e fievoli soffi di vento che attraversano la stanza. Sistemo la coperta e avvicino le cuffie alle orecchie: "la tromba sunava/ l'animale ballava/l'aria scorrente/ e l'angelo presente".

giovedì 29 marzo 2007

Blog - NOUN - a web site on wich an individual or group of users
produces on going narrative. VERB - (blogged, blogging) intrans. -
add new material to or regularly update a blog. DERIVATES - blogger - noun.
ORIGIN: a shortening of Weblog. OXOFORD AMERICAN DICTIONARIES 2007

martedì 27 marzo 2007

eccolo


poche ore fa questo blog è stato concepito,
si tratta della sua prima ecografia e, io come chiunque,
non riesco a vederci tanto.
il dottore guardandola in controluce ci ha detto che sarà un blog
di tre amici, nulla altro.
allora ci siamo rivolti ad una cartomente,
lei ci ha detto tutto senza neanche vedere
l'ecografia.
in ultimo, ci siamo rivolti ad un saggio,
ci ha detto che la ratio è il figlio mentre
l'intentio è ciò che la madre
pensa del figlio.