giovedì 13 maggio 2010

meterepatia, quanti neuroni mi porti via

come ogni spirito umano fa quando si protrae una situazione che sta, perdonate il termina ma ci sta, sul cazzo, mi chiedo se non sia una maledizione, se non ci sia in atto una congiura, se qualcuno o qualcosa ce l'abbia con me.

ora mi si dovrebbe spiegare come mai è da tre, dico tre, settimane che puntualmente al mattino, a qualunque ora, magari nel fine settimana nel pomeriggio, quando mi sveglio, vado per aprire la tenda, di cui vi parlerò fra breve, e scopro delle pozzanghere d'acqua sul balconcino, e mi incazzo, per poi terminare l'incazzatura volgendo gli occhi al cielo ed assumendo, senza nessuna aria di sorpresa, l'espressione facciale de "ma andate a cagare voi le nuvole e tutto il resto!".

una piccola parentesi sulle tende: quelle che ho qua sono una meraviglia della tecnica, dall'interno hai un braccio meccanico che ti permette di tirarle su o giù e, soprattutto, di cambiare l'angolazione delle strisce di cui sono composte, per fare entrare o meno la luce da fuori, con un semplice movimento rotatorio quando oramai sono completamente dipanate lungo la superficie della finestra e sono chiamate a svolgere la loro funzione di tende.
sto cercando sul vocabolario il nome di questo tipo di tende e gli affari di cui sono composte, ma non sto trovando nulla, proverò a descriverle: sono fatte da tante strisce di una lega non meglio identificata, abbastanza flessibile, e fra una striscia e l'altra intercorre dello spazio, l'unica cosa continua sono i fili alle due estremità. avete capito? il prototipo è quello delle case della nonna o, per i meno fortunati, delle proprie case, per l'uso del quale è necessario un corso intensivo perché l'inclinazione giusta per far ritornare giù la tenda è qualcosa che si può apprendere solo dopo anni ed anni di esperienza; al posto del mio attuale braccio meccanico ci sono due fili, a volte legati insieme alla fine da un nodo plurimo direttamente proporzionale al tempo di utilizzo ed inversamente proporzionale all'età delle mani che utilizzano la tenda. si faceva e si fa, perché ne esistono ancora, tutto attraverso quei due fili, tiri su, tiri giù, inclini, tutto in base all'angolo di apertura del tuo braccio rispetto al punto da cui discendono i due fili. altra cosa odiosa è rumore che produce lo strofinio delle strisce contro i muri nelle giornate di tramontana o forte scirocco, da accapponare la pelle. mi successo in passato di accanirmi contro quelle tende a mezzo pallonate, ma era tutto inutile, con un semplice tocco le strisce ritornavano uguali, il segreto stava e sta nel materiale (un materiale simile che mi viene in mente è: vi ricordate quei braccialetti semi-rigidi che a contatto con il polso si arrotolavano su se stessi e che probabilmente poi vennero interdetti dalle istituzioni europee perché ad un certo punto ci furono non so quanti bambini che si tagliavano fisso i polsi con le vene dentro e tutto il resto? insomma tipo così..). per me, comunque, il funzionamento di quelle tende rimane un mistero e, se qualcuno abita in case con quel tipo di tende, devo davvero fare uno sforzo per entrarci.

Ritornando al discorso iniziale, digressioni permettendo:
cerco quindi di sbollentare l'incazzatura mattutina con il benessere causatomi dall'avere io delle tende semplici da usare, ma non basta, come non basta il caffé e tutto il resto. prima di gettarmi a piene meningi nella giornata, mi ripeto che non sono metereopatico, che se sono ostile verso il mondo non è perché è da tre settimane che non fa altro che piovere - che da un punto di vista logico è una situazione nella quale non cambia nulla come se da tre settimane ci fosse sempre il sole senza variazioni, ma il mito della logicità e della razionalità è tramontato con l'umanesimo, quindi lasciamolo stare nel passato - ma è perché, che ne so, ho dormito male: otto ore sono state troppe (altra spudorata cazzata che provo a ripetermi senza crederci tanto e che prima o poi la si dovrà finire con questa storie che il troppo sonno fa male!). Per di più non ho neanche la piccola consolazione del "tempo di permanenza esatto del biscotto del latte in modo che non si rompa e lo si perda irreparabilmente nella tazza" perché è un tipo di colazione invernale quella, il suo corrispettivo estivo, "il tempo di permanenza esatto della frisella nell'acqua in modo che non si sponzi troppo" è un'attività crepuscolare e, diciamocelo, che cazzo di crepuscolo è se è sempre tutto grigio? e poi, a quel punto, che consolazione è se sei quasi arrivato in fondo alla giornata?

oggi comunque qui è come se fosse domenica, si festeggia la pentecoste, una festa inizialmente ebraica e poi cristiana, una festa mobile come le tende, che cade dopo cinquanta giorni dalla pasqua e, visto che anche la pasqua è mobile, hai bisogno di una formula algebrica che tenga conto dell'altezza o della bassezza della pasqua per calcolare quando cadrà, tenendo ben presente che se la prima viene buona, verrà buona anche la seconda.

1 commento:

Anonimo ha detto...

rettifico, oggi è l'ascensione, salvo gap miei personali sull'uso della zeta o della esse, dovrebbe scriversi così. è una festa che viene dieci giorni prima della pentecoste, quindi le considerazioni sulla formula algebrica rimangono comunque valide.
la mia consorte mi ha informato inoltre che è festa dappertutto salvo che in italia, cosa assai strana per ragioni che potete immaginare.

NdA