entro nella gelateria, la più buona che ci sia.
vi si possono comprae solo vaschette da kilo, niente coppette o cornetti,
nessun compromesso.
guardo il bancone ma i gusti non sono esposti. vediamom un pò,
dunque "dolce nostalgia" l'ho già preso l'altro giorno, oggi non mi va.
mi consigliano di prendere "emozione artificiale" ma so già che le meringhe
il giorno dopo non mi faranno stare bene, scorro l'elenco e alla fine opto
per "sbronza consapevole" , "pensieri al vento" ed "euforia da attesa".
lunedì 30 aprile 2007
sabato 28 aprile 2007
un grain de beauté
cammino per strada ed è una splendida giornata, il sole è giallo e il cielo azzurro, i colori della città più vivi. sono solo con la mia testa mentre cammino staccato dai suoni del mondo esterno dalle cuffiette dell'ipod, muovo le labbra canticchiando le canzoni che modulano il mio umore.
controluce, tra gli sguardi del sole che come fendenti attraversano gli archi giallastri dei portici, seguo con gli occhi dei capelli d'angelo che svolazzano e si muovono come uno sciame di api ubriache. tolgo gli occhiali da sole per vederli meglio ma una folata di vento se li porta via. mi stropiccio il naso e gli occhi ancora assonnati, sento l'umido delle lacrime negli occhi e un odore nel naso (a causa di una passione che ho sin dall'infanzia e mai abbandonata, il volume d'aria che risce a stare nelle mie narici è sproporzionato per un essere umano, così capita che degli odori vi rimangano incastrati, si rintanino negli angoli più nascosti ed escano fuori inaspettatamente, dopo un'ora, un giorno, un mese, un anno o dieci anni dalla loro registrazione),
ho un dejavù dell'olfatto che scompare nel momento in cui lo percepisco, come vedere una stella cadente, come quei momenti che scivolano via tra le dita del tempo e ti lasciano con l'eco di una parola nella mente.
controluce, tra gli sguardi del sole che come fendenti attraversano gli archi giallastri dei portici, seguo con gli occhi dei capelli d'angelo che svolazzano e si muovono come uno sciame di api ubriache. tolgo gli occhiali da sole per vederli meglio ma una folata di vento se li porta via. mi stropiccio il naso e gli occhi ancora assonnati, sento l'umido delle lacrime negli occhi e un odore nel naso (a causa di una passione che ho sin dall'infanzia e mai abbandonata, il volume d'aria che risce a stare nelle mie narici è sproporzionato per un essere umano, così capita che degli odori vi rimangano incastrati, si rintanino negli angoli più nascosti ed escano fuori inaspettatamente, dopo un'ora, un giorno, un mese, un anno o dieci anni dalla loro registrazione),
ho un dejavù dell'olfatto che scompare nel momento in cui lo percepisco, come vedere una stella cadente, come quei momenti che scivolano via tra le dita del tempo e ti lasciano con l'eco di una parola nella mente.
giovedì 26 aprile 2007
la dieci
mercoledì 25 aprile 2007
scritto e diretto da angelo de
il caldo afoso di oggi è interrotto da brevi folate di fresco venticello. ho in testa delle canzoni anni sessanta e la vista della realtà intorbidita dalla luce del sole del primo pomeriggio mi dà la sensazione di essere in un film di quegli anni:sono il regista, il tecnico delle luci, quello del suono ed il fotografo, ho scritto io la sceneggiatura e ho scelto la colonna sonora e ho fatto i provini ed ho scelto il cast, ma, come in un sogno semicosciente, mi sgolo e continuo a sbraitare "STop" "azione" "no" "rifacciamola" e ritorno indietro e vado avanti e cambio, e le informazioni ed i pensieri sfrecciano nella mia testa come nel cartone animato di "siamo fatti così".
appoggio i gomiti sulla ringhiera del balcone, gli occhi semichiusi per il riflesso del sole sui vetri delle finestre, gusto il caffè e piego le ginocchia su e giù: guardacomedondolo guardacomedondolo cooon il twist! guardo in basso nel cortile un bimbo che gioca con un pallone, gli caccio un urlo e lui sorridendomi mi mostra il suo dito medio. è tutto sudato e continua imperterrito a tirare il pallone contro il muro, destro-sinistro, destro-sinistro. sembra goffo con i parastinchi che gli gonfiano le tibie, ma è coordinato e preciso, ha ai piedi delle scarpe con i tacchetti e gioca sull'asfalto, so che gli faranno male i talloni, mi precipito per le scale mosso dalla voglia di giocare con lui, quasi cado, mi faccio male ad un piede, apro la porta e il contrasto fra l'oscurità della cantina e la luce del sole disorienta le mie pupille per un attimo, riesco a mettere a fuoco ma ormai il bimbo è scomparso, si fa vedere solo quando vuole lui, insieme alla voglia di sognare.
martedì 24 aprile 2007
incartato stamattina
la luce che entrava dalla finestra era come filtrata dalle grate che la ingabbiavano, così come
un' edera o una vigna vergine ricopre la facciata di un palazzo nascondendone i segni del tempo.
sì, quelle grate ingabbiavano la finestra e quella luce era come senza tempo. lo sfregare delle carte era un rumore ovattato e le mie mani in automatico compivano gesti senza pensieri, avevo come colonna sonora il ritmo delle fotocopiatrici che conferiva un'atmosfera da fabbrica all'ambiente e, mentre mi flashavo gli occhi gurdando quella luce che copia, ho capito che, forse, oggi come oggi, nell'inferno di Dante ci dovrebbe essere un'appendice del secondo o terzo girone dove vi sono le anime dannate dei fotocopiatori.
un' edera o una vigna vergine ricopre la facciata di un palazzo nascondendone i segni del tempo.
sì, quelle grate ingabbiavano la finestra e quella luce era come senza tempo. lo sfregare delle carte era un rumore ovattato e le mie mani in automatico compivano gesti senza pensieri, avevo come colonna sonora il ritmo delle fotocopiatrici che conferiva un'atmosfera da fabbrica all'ambiente e, mentre mi flashavo gli occhi gurdando quella luce che copia, ho capito che, forse, oggi come oggi, nell'inferno di Dante ci dovrebbe essere un'appendice del secondo o terzo girone dove vi sono le anime dannate dei fotocopiatori.
lunedì 23 aprile 2007
al dente
"ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa?
il faredello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. ma nella poesia d'amore
di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell'uomo. il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l'immagine del più intenso compimentovitale. quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vitaè vicina a terra, tanto più è reale ed autentica. al contrario, l'assemza assoluta di un fardellofa sì che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimentisiano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere, allora?
la pesantezza o la leggerezza? Questa domanda se l'era posta Parmenide nel sesto secolo avanti
Cristo. egli vedeva l'intero universo diviso in coppie di opposizioni: luce-buio, spesso-sottile, caldo-freddo, essere-nonessere. uno dei poli dell'opposizione era per lui positivo (la luce, il caldo, il sottile, l'essere), l'altro negativo. questa suddivisione in un polo positivo ed uno negativo può apparirci di una semplicità puerile. Salvo in un caso: cos'è positivo, la pesantezza o la leggerezza? Parmenide rispose: il leggero è positivo, il pesante è negativo. aveva ragione oppure no? questo è il poblema. una sola cosa è certa: l'opposizione pesante-leggero è la più misteriosa e la più ambigua tra tutte le opposizioni.".
ho rispolverato questo estratto di Kundera che qualche anno fa mi aveva colpito, lo sto ricopiando con i piedi ben saldi sul parquet di una casa a me amica, ma la testa..em.., scusate mi si cuocciono troppo gli spaghetti, devo andare.
sabato 21 aprile 2007
post di denuncia
basta con la gente che risponde di no quando viene chiamata
per praticare uno sport (nella fattispecie calcio o calcetto).
basta, siete loffi ed insopportabili voi e tutte le vostre scuse,
siete gente triste e dovete andare tutti a cagare!
per praticare uno sport (nella fattispecie calcio o calcetto).
basta, siete loffi ed insopportabili voi e tutte le vostre scuse,
siete gente triste e dovete andare tutti a cagare!
venerdì 20 aprile 2007
sonniveglia, come dice un caro amico
"apro gli occhi ed il buio della stanza è attraversato da
fili di luce che entrano dalle fessure della tapparella.
non sapere subito se c'è il sole al mattino è una cosa che mi irrita,
ho deciso, però, di convivere con questa irritazione
quando ho capito che la luce non mi faceva dormire, delle
lame che maltrattano le mie palbebre, e poi io non sono mai
riuscito ad addormentarmi o a continuare a dormire quando
il colore dentro di me, cioè quella specie di schermo che hai davanti agli occhi
quando sono chiusi, è tipo arancione o di un nero con delle macchie di leopardo bianche.
è andata bene con le ciabatte, stranamente sotto il bordo del letto, ma sono sicuro che
un giorno, mi sveglierò nella mia cazzo di stanza buia o inondata di luce e,
arrivando in cucina, scoprirò (Mon Dieu!) la moka del caffè pronta, scintillante ed adagiata sul fornello che aspetta solo di essere acceso, sentirò lo sfiato della valvola, un fischio crescente
quasi insopportabile, lo sapevo..lo sapevo". Apro gli occhi e questa volta, insieme ai fili di luce, dal comò noto una fonte di luce che si accende e si spegne, vibra, ed emette un suono simile al fischio di una valvola, come quella della moka del caffè..
mercoledì 18 aprile 2007
il chepost
"è finita la vacanza, è iniziata davvero la primavera, sono iniziate e finite un sacco di cose, il nastro della telecamera, una penna nera, ierei e l'altro ieri, domani, ma sono di nuovo qui sul mio divano a scrivere un post che attualmente,
in questa riga, non so ancora di cosa tratterà"
"questo non è cambiato!"..
"scrivo il manifesto del blog"..."mah, forse era da fare subito". . "magari potrebbe essere originale".. "nooo, così finisci per parlare di cosa sia o non sia originale e questo, di per sè, non è originale".."bravo, questo si che lo potresti dire..anzi no dai non lo dire!".
mercoledì 4 aprile 2007
103.3 fm
lo zaino i libri i vestiti la benzina e le cassette,
l'autostrada la puzza dei bagni degli autogrill e
i grisbì. la musica che si canta, striscia continua e
curva, supera e nomi sui camion e camion, positano.
piccoli cartelli con numeri che rispondono
a un criterio oscuro, piedi sul cruscotto e scritta
piccola dell'angolo del finestrino, pioppi
peschi e siepe e mare, bagni color pastello, colline
e pianura piatta piatta e ulivi e vigneti..
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