sabato 28 aprile 2007

un grain de beauté

cammino per strada ed è una splendida giornata, il sole è giallo e il cielo azzurro, i colori della città più vivi. sono solo con la mia testa mentre cammino staccato dai suoni del mondo esterno dalle cuffiette dell'ipod, muovo le labbra canticchiando le canzoni che modulano il mio umore.
controluce, tra gli sguardi del sole che come fendenti attraversano gli archi giallastri dei portici, seguo con gli occhi dei capelli d'angelo che svolazzano e si muovono come uno sciame di api ubriache. tolgo gli occhiali da sole per vederli meglio ma una folata di vento se li porta via. mi stropiccio il naso e gli occhi ancora assonnati, sento l'umido delle lacrime negli occhi e un odore nel naso (a causa di una passione che ho sin dall'infanzia e mai abbandonata, il volume d'aria che risce a stare nelle mie narici è sproporzionato per un essere umano, così capita che degli odori vi rimangano incastrati, si rintanino negli angoli più nascosti ed escano fuori inaspettatamente, dopo un'ora, un giorno, un mese, un anno o dieci anni dalla loro registrazione),
ho un dejavù dell'olfatto che scompare nel momento in cui lo percepisco, come vedere una stella cadente, come quei momenti che scivolano via tra le dita del tempo e ti lasciano con l'eco di una parola nella mente.

1 commento:

Anonimo ha detto...

un po' malinconico!!!