tetti diversi, pezzi di palazzi emergenti. affacciato alla finestra: tutto irregolare, tutto diverso il paesaggio si stende davanti, finalmente sotto i raggi di un sole lontano e clemente, giallo di calore. leggeri aliti di vento gelido nell'ombra ti fanno rabbrividire, cammini spedito verso le zone lucenti,làddove il sole disegna forme in contrasto con le ombre, làddove i suoni sembrano più dolci.
sempre nella testa mi ritorna una canzone di george brassens.
martedì 30 ottobre 2007
domenica 28 ottobre 2007
i quattro lunghi mesi di françois
mettiamo una domenica plumbea parigina, senza tener conto che tutte le giornate a parigi sono plumbee e che, a differenza di altri posti, la luce in questa città si accende la notte, raggi di vita che illuminano strade e metrò, imponenti monumenti che lasciano senza parole, indescrivibili inni alla grandezza degli uomini che vi sono passati.
dicevo, quindi, mettiamo una domenica a pranzo in una casa di parigi, dove il pavimento scricchiola ad ogni passo per ricordarti dove sei, dove aprendo per un attimo la finestra il freddo entra anche dentro di te. ecco, di questo volevo parlare, l'entrare dentro, voglio dimostrare tutta la mia solidarietà a tal françois.
dicevo, quindi, mettiamo una domenica a pranzo in una casa di parigi, dove il pavimento scricchiola ad ogni passo per ricordarti dove sei, dove aprendo per un attimo la finestra il freddo entra anche dentro di te. ecco, di questo volevo parlare, l'entrare dentro, voglio dimostrare tutta la mia solidarietà a tal françois.
sabato 27 ottobre 2007
mercoledì 17 ottobre 2007
cronaca di un incontro in terza persona
in un pomeriggio piovoso o forse solo grigio, questo non lo ricordo, si recava a passo svelto e con umore tetro nel luogo indicato. si accorse dei portici, anch'essi tetri senza la luce del sole, ed il suo stato d'animo procedeva a picco verso le voragini dei cattivi pensieri. adesso ricordo, sì pioveva, leggere e costanti, fitte e fine, insignificanti goccioline avvolgevano la realtà, tutto offuscato fuori e dentro la mente. aveva pensato, nell'attesa, di fumare una sigaretta per protesta, ma il pensiero difettava di volontà. durante il tragitto, si era distratto solo per pochi secondi ammirando l'andatura morbida di una donna elegante che ad ogni passo ricordava l'atterraggio leggero di un uccello. si era fermato a guardare la vetrina dei libri senza un reale interesse, aveva preso un caffè, ma il suo sguardo mancava di entusiasmo, lo stesso caffè che qualche tempo prima aveva annusato con occhi chiusi e gustato lentamente apprezzando le sensazioni trasmesse dai suoi sensi, questa volta gli era indifferente, era un'abitudine, la morte della vita.
entrò si sedette ancora nell'attesa, si voltò ed attratto da un cappello porse delle domande, la guardò negli occhi e non ne fu subito sicuro. capì solo qualche tempo dopo, in termini di ore o minuti, che aveva incontrato una sorgente, una cascata di vita piena di schiuma come di emozioni. da qui gli piacque sempre più tuffarsi in lei, affogare in lei perdendo il respiro, sudando e gioendo di ogni suo sguardo e respiro.
entrò si sedette ancora nell'attesa, si voltò ed attratto da un cappello porse delle domande, la guardò negli occhi e non ne fu subito sicuro. capì solo qualche tempo dopo, in termini di ore o minuti, che aveva incontrato una sorgente, una cascata di vita piena di schiuma come di emozioni. da qui gli piacque sempre più tuffarsi in lei, affogare in lei perdendo il respiro, sudando e gioendo di ogni suo sguardo e respiro.
sabato 13 ottobre 2007
filtro alla marocchina
ho appena smesso di litigare con il router o modem, non lo so: in relatà il problema era nel computer. ho litigato con le bibliografie ma il problema ero io.ho litigato con l'edicolante, ma il prezzo era scritto sul giornale. ci sarebbero esempi a bizzeffe,ma il punto è che se sbaglio io,mi viene da litigare, se sbagliano gli altri mi meraviglio che vogliano litigare. parliamo di relazioni semplici, cose banali, non mi avventurerei in territori minati quali rapporti profondi del tipo cane-padrone, lì è tutto un pò più ingarbugliato. se non sbagli tu non litighi, quando a sbagliare sono gli altri, qualcosa di malvagio che ha a che fare con un non meglio specificato senso di superiorità, ti rende comprensivo. va bene, ci sarà qualcuno che non ragiona così, ci saranno dei casi in cui qualcuno si arrabbia perchè aveva fatto bene ma a causa di altri si finisce col dire che si è sbagliato insieme. questo lo concedo, ma solo perché penso di non essermi sbagliato riguardo ciò che ho detto, in caso contrario sarò pronto a litigare.
martedì 9 ottobre 2007
senza contare che la supercazzola ha perso i contatti con il prototapioco già da tempo
benvenuti nel regno delle cose scadute, benvenuti nel regno delle docce che schizzano acqua dappertutto. in questo piccolo paese ogni argomento è buono per prendersi per il culo secondo una regola tacita, ma universalmente accettata dagli abitanti (ugo tognazzi, conte mascetti, amici miei, 1963, pag. 134 ss.)- purtoppo sto ricorrendo alle citazioni, non me ne vogliate, è una conseguenza del fatto che le bibliografie sono entrate in maniera prorompente a far parte della mia vita e se non si sta attenti rischiano di assorbirla in tutto, motivo questo per cui ho voglia di scrivere del banale quotidiano reso eccezionale dagli amici- in questo regno non è detto che la concentrazione esiga il silenzio, vi è il momento della telefonata e ognuno schizza in una stanza qualsiasi, poco importa se la mia o la tua o la sua, e poco importa se la telefonata è in entrata o in uscita, anche in questo caso in forza di una regola non detta, quel momento coincide per tutti ed è indipendente dalla volontà di ognuno. in questo regno c'è sempre tempo per la "stupida" e soprattutto per la "stupidissima": the last and the least. in questo regno si affinano le ricette altro le chiacchiere! in questo regno mentre sei in camera a scrivere quello che stai leggendo, ti senti chiamare dalla sala in un crescendo di espressioni e di voci, si passa dal "vieni è pronto l'aperitivo" al "daai hai rotto il cazzo tu il libro che stai leggendo il blog" mi si apostrofa in varie maniere che censuro per giungere trionfalmete all'intrusione a mezzo irruzione violenta in camera. è giunto il momento del "cel'hocon", saluti a casa e baci alli piccini.
martedì 2 ottobre 2007
l'umore degli zigomi, II
bella la stanchezza alla fine di una giornata produttiva. è d'obbligo lasciare qualcosa di scritto per ricordarselo,fa bene all'umore.
senti le vene pulsare, il mal di testa è proprio là, dietro l'angolo come si dice, anche se di angoli nella testa non ce ne sono, solo spirali, cerchi irregolari e percorsi infiniti di sinapsi, quelli più belli-di percorsi dico- ti sorprendono e ti fanno sorridere quando cammini da solo per strada..
senti le vene pulsare, il mal di testa è proprio là, dietro l'angolo come si dice, anche se di angoli nella testa non ce ne sono, solo spirali, cerchi irregolari e percorsi infiniti di sinapsi, quelli più belli-di percorsi dico- ti sorprendono e ti fanno sorridere quando cammini da solo per strada..
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