lunedì 28 gennaio 2008

gin tonic lavato


che dire,mai il ticchettìo dell'orologio è stato così forte, mai ho così tanto desiderato l'amichevole ronzìo del frigo che questa notte non c'è e non so perché.
la tapparella è abbassata e non riesco a vedere se fuori c'è della nebbia. ho guardato dentro di me, e non ne trovo neanche, tutto liscio, tutto limpido, ma fuori non ci voglio guardare, ho scoperto di essere una persona suggestionabile.
continuo a bere a grandi sorsate dell'acqua frizzantina e spero di non dover scendere dalla soffitta durante la notte, spero in un sonno tranquillo, spero di non iniziare a leggere, altrimenti è finita. spero, spero tante cose, e visto che il frigo ha ricominciato il suo ronzìo, qui pare che tutto cominci bene.

domenica 27 gennaio 2008

mercoledì 23 gennaio 2008

stilaga


ascolto il tic tac del nuovo fornetto della casa, un nuovo oggetto estraneo dalla forma ed il volume diversi da chi lo precedeva. questo ha più tecnologia, questo è ventilato ed ha il grill, e se un forno ha il grill significa davvero tanto. se un forno ha il grill è come se il telefono fa delle foto decenti, è come se non fa troppo freddo anche se è inverno, è come se nella stanzina là dietro hai sempre del buon vino rosso e nel frigo del buon vino bianco, è come sapere sempre dove sono le forbicine ed il caricabatterie del cellulare, è come scoprire con sorpresa il taglia unghie mentre cerchi altro, è come avere sempre un paio di calzini puliti, è come avere la spillatrice sempre e comunque carica, è come avere qualcuno che ti fa le fotocopie, è come svegliarsi nel bel mezzo della notte per una telefonata inutile e provare ugualmente piacere.

martedì 22 gennaio 2008

spigola in crosta di sale

stamattina c'era un bel sole, ma dalla soffitta non si vedeva. scendendo i pìoli della scala che collega questa stanza al resto della casa, ho toccato un casco che ti si attaccava alle mani da quanto era sporco, sono scivolato, caduto o quasi, ed ho subito imprecato, nopn ricordo esattamente se qualche santo o proprio il capo. il capo, che significa anche la testa, la testa che sta lavorando lentamente, a piccoli passi, ogni tanto distratta da odori chimici di solventi e disinfettanti usati da mia madre per disinfestare questa casa, regno della polvere, della pruma si dice anche, ma non saprei se si tratta di un termine italiano.
buste su buste e spese su spese, cibo tanto, tantissimo, un pò di dolore nella parte bassa della schiena, un pò di umore che va su su e poi, come se non trovasse più dei pìoli per continuare a salire, come se questa scala non terminasse in un luogo insonorizzato dove ancora l'odore di un ricordo vivo mi trasporta nel sonno, come se questa scala a un certo punto finisse e non vi fosse altra soluzione che mollare la presa, ritombo giù tra la polvere.
adesso alle 12 e 48 è tutto grigio fuori, pare che il sole si sia trovato pentito di essere uscito, anch'io allora sarei potuto rimanere nel letto, non sarei uscito, ma io voglio splendere perché sono splendente, perché sono agile e su quella scala riesco a montare con un sacco di Cose nelle mani, nelle tasche e negli elastici delle mutande; io di quelle altre cose ne farò a meno, io di quelle altre cose me ne infischierò..

venerdì 11 gennaio 2008

capelli a zero

si dice che la privazione, le difficoltà e la riflessione che ne deriva ti rendono più forte, più profondo, più "che capisci un pò meglio le cose.."
al momento però mi ritrovo assonnato e cerco di risvegliarmi ingozzandomi di caffé, facendomi tante e tante domande su i miei prossimi mesi, e pensando a come fare a rendere questo post almeno lontanamente allegro, un pò divertente. forse è colpa sempre del caffé senza zucchero, amaro lui, amari i pensieri, amare notizie, amara voglia di amare la vita nonostante tutto:nonostante non c'entrasse un cazzo quello che mi sta succedendo, nonostante non c'entrasse davvero un cazzo di niente!

venerdì 4 gennaio 2008

alcool interdetto

silenzio, svogliato prima e disinteressato dopo.
come un bacco ancora non malato, come un reo in attesa del giudizio che
si sente innoncente: sta bene ed i limiti imposti lo fanno ancora
più soffrire, perchè nel suo corpo non incontra limiti più
vicini di quelli degli altri.
il sole non aiuta, il grigio imperversa ed il cane chiede le coccole
sul divano, lo scirocco si appiccica addosso dando la sensazione di aria
densa, di rumori sordi e pagine classiche.
il cibo opulento e le taviole imbandite, la luce diafana di un ospedale ed il
fondoschiena di un'infermiera. la mancanza di lei e il non posso farci niente, il miagolio dei gatti che si accoppiano e gli sguardi indiscreti dei compaesani, il traffico e la noia, l'emozione degli amici...