venerdì 29 febbraio 2008
no alla sant'anna frizzante
mi hanno proposto un massaggio aiurvetico: delle spezie innocenti vengono avvolte in dei pezzi di cotone, il tutto è ad elevata temperatura, serve per farti sudare ed eliminare le tossine. ma ora che ci penso, io ho sempre amato le tossine, ho speso tanto tempo e soprattutto soldi per intossicarmi, autolesionismo infantile, o per usare una formula inflazionatissima, senso di appartenenza ad un gruppo, ma a me piace prendere tossine anche da solo, non necessariamente in compagnia, saturo e pieno delle mie amate tossine mi privo del sonno, mi privo della concentrazione, ma tutto volontariamente. adesso che devo intossicarmi per necessità e mi propongono addirittura dei trattamenti per eliminare ciò che mi stanno dando, quasi non mi va. inizio ad aver voglia di purezza, idee strane del tipo spicchio di limone nel bicchiere d'acqua mi hanno sfiorato la mente, ma arrossendo ho subito abbassato lo sguardo, preso la bottiglia in mano ed addolcendo il ghigno di vergogna che si era affacciato sulla guancia sinistra ho bevuto alla spina.
lunedì 25 febbraio 2008
pipì & romance
se devo pensare alla nottata, mi viene in mente un sonno nero, buio pesto, profondo e riposante. alle luci dell'alba l'innocente esigenza, di irrefrenabile pressione e conseguente improcrastinabile svolgimento, di recarmi nella salle de baigne mi ha fatto destare e risalire dall'abisso ovattato in cui mi trovavo. per non svegliarmi troppo da quella sensazione rilassante non ho cercato le pantofole, ho ignorato il fresco del pavimento sotto la pianta dei piedi ed ho fatto pipì senza essere sveglio tuttavia centrando il bersaglio. rientrato nel letto era ormai troppo tardi, uno stato mentale del tutto fuori controllo, nel quale le sinapsi sfrecciavano ad inaudita velocità, si è presentato ed ha mandato in frantumi ogni mia speranza di riprendere il viaggio sonnolento e pieno di benessere di qualche minuto prima. in questi casi, nella tua mente ti capita di incontrare lo spremiagrumi cromato della tua infanzia che non vedi più da ché so, millenni, i particolari del pavimento della casa della nonna e poi, tutta un tratto, dei signori di nero vestiti, tonache e cappelli medioevali che sormontano facce seriose e rasate, rigorose, ve ne sono tantissimi come l'uomo con la bombetta di magritte. portano degli stendardi, il capofila è monsieur ansia del futuro prossimo vicino, se guardi nei suoi occhi ti vedi in una grande aula, vestito di tutto punto davanti a tanti signori, ma regna il silenzio, qualcuno ti parla ma non riesci a distinguere i suoni e a dire delle cose sensate perché non hai avuto il tempo di pensarle, di scriverle, hai ignorato cose macroscopiche come ti succede sempre; lo segue un altro uomo esattamente uguale con un altro stendardo fra le mani, questi è l'uomo terapia dal quale è possibile vedere attraverso gli occhi la luce diafana degli ospedali, le flebo e tutto il resto. sposto lo sguardo sul terzo della fila, dietro di loro solo una massa confusa di immagini innalzate e cappelli ondeggianti, questi ha negli occhi madama scelte, con tutto il suo arredamento tutt'altro che minimal: tempo che passa, introspezione, cose concrete ed ingresso nel cono delle possibilità che si riducono. Io mi tengo alla larga, li osservo con il battito del cuore che aumento, maledico la pipì che mi strappato da un sonno raro, muovo la testa, muovo il corpo attraverso il letto ancora caldo, unico ricordo di una notte piacevolissima. cerco un diversivo con lo sguardo e scorgo delle ciocche di capelli biondi, inizio ad esaltarmi, sì togliamo questo neo nero di processione, voglio fiumi di "bionidità"! lo sfondo è illuminato dalla luce di due occhi azzurri intensi che danno felicità e sono incorniciati da un volto conosciuto, impresso nella coscienza e nel subconscio, il colore candido della sua pelle mi tranquillizza, la temperatura diviene tepore, la processione medioevale scompare nel fumo del "sonniveglia", il cuore rallenta, i muscoli delle palpebre si rilassano, la schiena si distende, l'amore trionfa, spero rimanga ancora abbastanza tempo prima della sveglia.
sabato 23 febbraio 2008
wie spät ist es?
gli effetti benefici di un bagno mattutino sono indubitali. sensazione di pulito che per me è sempre una cosa strana e nuova, una cosa a cui non sono così abituato, costantemente in equilibrio tra l'eccessivamente pulito e l'eccesivamente sporco, margine che sembra largo, ma io mi ci situo esattamente al centro con rare ma cicliche sortite verso la mancanza di igiene dovuta a trascuratezza casalinga. non è però delle mie abitudini igieniche che volevo parlare, anche se causeranno un leggero sorriso a coloro che mi conoscono o talvolta una smorfia di ribrezzo accompagnata dall'irrigidimento degli sternocleidomastoidei, muscoli che solo da poche settimane inizio a "sentire". non è di questo, dicevo, che voglio parlare, per quanto nonostante il bagno, gli effetti benefici di cui sopra si siano frantumati, letteralmente andati in fumo, nello stesso fumo che occupava tutti gli ambienti della casa nel momento in cui sono uscito dal bagno,il fumo di peperoni arrostiti frutto del work in progress culinario di mia madre. pazienza, ragione in più per starsene sul balcone, elegantemente e charmosamente avvolti in un accappatoio morbido e lavato, anche questo un'eccezione.mentre facevo colazione, prima di tutte queste avventurose riflessioni ed azioni su igiene ed abitudini, sono stato semplicemente etonnato (neologismo coniato fresco fresco, dal francese étonnant, la traduzione in italiano non mi viene, è per questo che l'ho coniato!): prima l'umore era legato a doppio filo con la capacità di calcolare il tempo esatto di permanenza del biscotto nella tazza, tanto quanto bastava per non farlo rompere e perderne i pezzi irrimediabilmente negli abissi del caffellatte evidentemente troppo caldo; ora la variabile indipendente è costituita dalla capacità di spalmare il burro sul pane tostato senza romperlo ed in maniera più o meno uniforme. il tempo passa e le abitudini cambiano, questo il risultato e se hai l'accortezza di mettere il burro esattamente sopra o vicino al fornetto che scalda il pane, meraviglia delle meraviglie, hai scoperto come migliorarti! adesso non mi resta che applicare questo schema a cose un pò più importanti, ma forse in fondo, è già sufficiente averci riflettuto, "e bada bene di non rifletterci a fondo" mi dice una vocina dentro di me,
nella sistematica io non ci ho mai creduto.
nella sistematica io non ci ho mai creduto.
domenica 10 febbraio 2008
vetro satìn, cielo azzurro
sole, sole giallo e caldo e aria frizzante.
muri della casa, amici confortevoli.
dolce far nulla, dolce creatura affianco sul divano,
la presenza di qualcosa mi sovviene e non mi preoccupa.
appetito, cibo e poco vino,
baci fino a consumarsi le labbra.
muri della casa, amici confortevoli.
dolce far nulla, dolce creatura affianco sul divano,
la presenza di qualcosa mi sovviene e non mi preoccupa.
appetito, cibo e poco vino,
baci fino a consumarsi le labbra.
domenica 3 febbraio 2008
venerdì 1 febbraio 2008
solo con io
mentre cerco di dormire con i tappi nelle orecchie sento il mio cuore dentro tutto il corpo. sento il suo ritmo che si rincorre con il pensiero che ha cura della sua regolarità, ora aumenta e ora languisce, aumenta di potenza, diminuisce di pressione, lo sento nella gola, sento nella testa la sua eco. sono disteso, supino sotto la leggera spinta del piumino, ho le braccia contigue al corpo, poi le sposto e le metto disordinatamente sul tronco, piego gli alluci e sento la pressione del sangue che indugia fra le caviglie, che batte sotto la pianta dei piedi. cerco un sonno che non trovo ed il contrasto è forte con la stanchezza delle membra che si sono trascinate lungo una giornata inerme. sento nelle vene lo scorrere di una vita anestetizzata, stordita, lontana da quella quiete dopo la tempesta, naturale o procurata, assomiglia piuttosto ad un'idea di limite ancora da scoprire, da testare per conoscerlo ed imparare ad usarlo. un guinzaglio che lega un cane e che non lo fa uscire dal recinto, passeranno tante notti prima che si abitui e smetta di abbaiare.
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