ho guardato il calendario e me ne sono accorto dopo una riflessione che è durata un pò troppo ed è giunta a compimento solo perché accelerata da qualche sorso del caffé di ieri, rigorosamente ed ingratamente scaldato nel micro onde.
vivaldi ti sembra d'obbligo ed accenni dei passi di danza abbracciando l'aspirapolvere, fida alleata nell'ennesima ìmpari battaglia contro le popolazioni polverose che abitano la moquette. le note si spandono nell'aria, le note si mettono a ballare a braccetto con le molecole di odore unto del lago che entrano silenziose dalla finestra, tutto questo volteggiare ti contagia ed allora i piedi scivolano su di ghiaccio peloso ma scivoloso, fra i calzini e la lana beige non v'è più attrito.
inizi a piegare dei vestiti, prima bene e poi ne hai abbastanza e dopo un pò la piegatura divene molto più che approssimativa, in conclusione prendi gli stracci sparsi un pò dappertutto e gli schiaffi nell'armadio affrettandoti a chiudere le ante, e plié mentre giri la chiave. tutti gli oggetti iniziano a volteggiare e ti verrebbe quasi voglia di dire che basta-un-poco-di-zucchero-e-la-pillola-va-giù la pillola va giù-ù: pezzi di carta strappati da quaderni e da pacchetti di sigarette si sollevano e fanno capolino nel pattume, bottiglie di plastica, cartoncini, penne scariche, biglietti del tram, lampadine, calzini spaiati e mutande ritrovate, arance rinsecchite, promo, carte di riso e canne di bambù..
tutto volteggio e tu cerchi di essere in armonia, l'aspirapolvere non è altro che un prolungamento del tuo corpo, le scale diventano mobili, ai piedi spuntano delle ali e scappi fuori dalla finestra, l'aspirapolvere è il tuo propulsore, voli sul lago, giri intorno al jet d'eau che oggi sembra meno illuminato ma è pur sempre lui, sorvoli la cattedrale, guardi la vita attraverso le finestre dei palazzi altrui, vedi la neve sulle montagne là in fondo che incomincia a sciogliersi, intravedi qualche raggio di sole, come gli occhi che si affacciano fuori da una coperta di nubi e si ritraggono toccati dalla luce, voglio dormire ancora un pò.
e ti domandi da dove provenga tutto questo movimento, e ti rispondi col nome di una stagione.
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