martedì 3 novembre 2009

Yvette

di notte, quando ci sono un pò di nuvole ma non troppo fitte e la luna non descrive ancora la sua circonferenza, le luci dei centri abitati si riflettono in un rossiccio nel cielo. sembra come se il colore un pò sfumato si sia incastrato fra i vapori. rosso di sera pensi, in barba alle connessioni temporali che vorrebbero l'applicazione del noto detto al momento del crepuscolo. il giorno dopo, puntualmente, un naubifragio si abbatte su un asfalto incapace di riflettere le luci e le ombre, perché non vi sono ne luci ne ombre, semplicemente una coltre uniforme e grigia che avvolge tutto.
mi guardo negli specchietti delle macchine e nei vetri di dapperttutto per trovare una rassicurazione cromatica di me stesso.
a metà giornata va meglio, oramai è fatta, una volta partiti il movimento continua per inerzia. quando è sera, poi, non senti più la differenza, ti accorgi che il tuo corpo e la tua mente reagiscono, in maniera spontanea ed indipendente dalla tua volontà, a stimoli pratici che provengono da un passato molto più che prossimo. mi riscopro fuori da un negozio con in tasca il contratto di affitto della mia nuova cucina elettrica: ha quattro fuochi ed un forno con il grill.

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