sotto questa tramontana capricciosa mi copro il collo con un foulard antico ed ambiguo. le persone sono legate da mille relazioni, non voglio richiamare la teoria dei sei gradi di separazione, ma se ci si fa caso prima di parlare, anche solo un'esclamazione fuori posto piuò avere conseguenze impensabili e sopratuuto a catena, dipende dal tessuto sociale in cui ti ritrovi. una semplice riflessione, forse banale e scontata, ma ne ho bisogno per sentire il cervello che funziona, che continua a girare in maniera cosciente: l'istinto stimolato dalla primavera rischia di assorbire tutte le mie energie mentali. per quanto bello sia abbandonarsi e lasciarsi trasportare, capire che siamo tutti legati attraverso dei foulards-alcuni di seta, griffati, alcuni bucati vecchi e sfibrati-mi risulta necessario. immergo i miei pensieri in un mare fatto di onde di foulards che ondeggiano ai soffi della tramontana, che si afflosciano sotto il caldo scirocco che inebria di umidità le foglie ed i boccioli nuovi. non voglio che smetta di muoversi questo mare, non voglio essere bravo a capire quando è tempo di aspettare, voglio rimanere così, con la smania di fare le cose, la fretta che non me le fa venire bene. l'autocontrollo e la programmazione che ha a che fare con la vita pratica uccide la vita pratica, la rende un cruciverba delle prime pagine della settimana enigmistica. la capacità di emozionarsi non ha filtri o ragioni di grandezza. mi rende felice sapere che per ironia della sorte, in una famiglia composta da cane femmina, madre, padre e tre figli maschi, la cagna faccia pipì alzando una gamba comne i cani maschi per la disperazione della madre di famiglia, mi piace prendere una spremuta d'arancia e mntre sto uscendo chiedere il conto e ricevere come rispostra che è stato già pagato dal signore che è appena uscito, mi piace pensare che non ho mai fatto un telegramma e quando mi è stato detto che se ne sarebbero occupati ho avuto quasi un sollievo, mi piace pensare che forse non avrei dovuto dire a quello di questa cosa o della taòaltra ma che alla fine gliel'ho detto e chi se ne frega, staremo a vedere..
sono pensieri da piccolo uomo? làddove i giudizi di valore tra piccoli e grandi uomini appartengono sicuramente ai primi e certo non ai secondi mi astengo dal rispondere. esiste una prosa musicale della vita che ha a che fare con il rosso dei pomodori pachini che odorano di terra ed i carciofi sott'olio, esiste uyna poesia della vita che ha a che fare con l'amore verso una creatura divina, o0gnuno di noi dovrebbe averne una, io credo di averla trovata, tra l'altro insigni mi hanno detto, riferendosi al ceppo familiare, che noi la si ha in vena la poesia, a me è scappato da ridere al pensiero di ciò che mi scorre in vena adesso. credo manchi una coerenza di fondo in quello che sto scrivendo, ma proprio non riesaco a staccare le dita dalla tastiera, i foulards hanno rotto le dighe dei pensieri, un fruscio setoso e piacevole continua a prodursi, non voglio arrestarlo, non voglio controllarlo. si dice che la musica non sia altro che un insieme di regole che rispettano una cosa che si chiama armonia, che la stessa armonia può avere delle applicazioni alla vita. pensate di applicare le regole dell'armonia e della musica alò comportamento che si tiene nei momenti di noia, io già vedo i sorrisi sgangherati dei vecchieti risvegliati dal torpore della loro malattia mentre aspettanoi il loro turno in ambulatorio dal loro medico curante, già vedo un intero vagone della metropolitana insensibile alla deferenza ma sensibile alla vita qui ed ora, una fila nell'ufficio della posta che balla l'hully gully, una station wagon in coda nelkla quale la famiglia al completo continua a ridere e parlare non-curante dei micro avanzamenti della fila davanti a loro, un giovane ragazzo che capisce e finisce di battere le proprie gonfie dita su di una tastiera i cui tasti non stanno mai a loro pèosto, un lettore che giunge alla fine di ciò che sta leggendo.
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2 commenti:
da te non si finisce mai di imparare..
a dir poco fenomenologico!
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