nel brusio che aleggia nei locali ci sono delle onde, costanti, graduali ma imprevedibili.
io nuoto tra queste onde, ora galleggio, ora cerco di respirare, qualche secondo mi sento affogare in mezzo al rumore indistinguibile e le folte nuvole di fumo sospese nell'aria, poi respiro accendendomi una sigaretta. sono sempre stato bravo o per lo meno decente nuotando a dorso, risulto un cumulo di schizzi e dunque velleitario negli altri stili. l'unico che cerco di imparare più o meno seriamente da qualche tempo è il delfino, ma purtroppo senza risultati soddisfacenti. questo post mi sembra la stessa cosa, un cumulo di schizzi, la velleità fatta parola scritta e incartata, come in quei giorni in cui la erre proprio non esce, rimane incagliata tra gola e palato, e la lingua quasi si incazza, perché certa della buona riuscita si sente come quei centometristi dopo una falsa partenza. allora mi sa che questa sera non mi coordino bene, la erre non scivola e qualcuno, magari io, è partito in anticipo.
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