venerdì 2 novembre 2007

un pomeriggio corto in un café


ho parlato con un tizio in u caffè, mi ha detto che la sua è una lingua piatta, sosteneva che l'italiano fosse musicale, ma mentre lo faceva gesticolava come un italiano e pronunciava delle vocali a caso, forse è così che percepiva la nostra lingua, insomma sembrava un italiano che parlava in italiano facendo finta di essere francese. c'è da dire che non è il primo a dirmelo.
la questione principale di questa storia, che in tutta la sua semplicità sembra ingarbugliata perchè quello dipende da me e non dalla storia, è che ad un certo punto questa persona ha ricominciato a dire le stesse cose, identiche, cambiava qualche consonante, qualche pernacchietta con le labbra (il massimo dell'enfasi parigina), ma gli argomenti erano sempre quelli. quello che mi ha stupito è stato quanto poco ci abbia messo questa persona a ricominciare a parlare delle stesse cose nella stessa maniera. di solito succede anche me, hai delle cose da raccontare perchè magari torni da qualche parte o è solo un pò di quotidianeità amplificata e, incontrando diverse persone, ridici le stesse cose, ma man mano le versioni diventano sempre migliori, conosci le pause, la respirazione, sono come tante brutte copie che alla fine arrivano ad una bella copia finale che, ben-intesi, alla fine di quel giorno o al massimo due dimenticherai. diciamo che per queste cose siamo come delle cassette, quelle del mangianastri, ognuno di noi ha una durata, poi occorre girare la cassetta. ovviamente vi sono le varianti aureverse e swith off, soprattutto con la gente che si conosce, e le altre che smuovono la pigrizia. in conclusione, non esagero col dire che in francia esistono cassette più corte di quelle da 46 (che per quel che ne so io, in italia sono il minimo), fino ad un massimo in termini minimi di 15 min.

1 commento:

Anonimo ha detto...

tu vois ce que je veux dire????