lunedì 11 gennaio 2010

moltiplicatore

e così gli fu detto che non aveva capito un beneamato.

le scarpe ricoperte di neve, che tecnicamente vuoleva dire bagnate, come i doppi calzini che ci stavano dentro e come i piedi che a loro volta stavano dentro i calzini - se ci pensi, dal punto di vista degli oggetti, siamo tutti come delle matriosche - il cappello sulle 23, anche se non aveva visiera, e tutto il resto del paesaggio a fargli da sfondo. una cosa regolare, come ogni buon passante che si potesse rispettare, aveva anche le mani in tasca.
aveva delle telefonate da fare, ma si ostinava a giocherellare con le banconote che erano in tasca, di diverse divise, aggiungerei.

la sensazione al tatto gli ricordava qualcosa. una casa con doppio ingresso, il mondo visto da una prospettiva più bassa, condannato, ancora per qualche anno, a non sapere cosa ci fosse sopra i tavoli senza salire in ginocchio sopra le sedie .
gli venne in mente, rosa e frusciante, una banconota delle allora 50 mila lire, o forse cento, non ricordava bene (erano tutte e due sul rosa, forse una rosa acceso e l'altra rosa antico, ma non era questo il punto).
camminava fra la neve dissociandosi, si vedeva che teneva in mano un paio di banconote del vecchio corso, era in una stanza grande della casa a doppio ingresso. aveva deciso che, lungi dall'essere carnevale con annesso accresciuto fabbisogno di coriandoli, quelle banconote andassero ridotte in molti pezzettini di banconote più piccoli. lo aveva fatto, ignaro di qualsiasi significato filosofico e/o economico del gesto, ma conscio della possibile incazzatura stellare dei grandi. i pezzi di 100 e 50 mila lire moltiplicati per scissione avevano fatto capolino sotto un tappeto di uno dei due ingressi, semplicemente per restare un pò lì finché le acque non si fossero calmate.
dopo un pò avrebbe annunciato al mondo la sua grande scoperta e sarebbe stato il primo bambino a vincere il nobel per l'economia.

le acque non si calmarono mai e, di fronte alle accuse della ragione vestita da adulto anni ottanta, aveva risposto alle incalzanti domande, anche loro vestite da "perché" anni ottanta, "COSI' DIVENTANO DI PIU'!".

tutto ciò non gli valse ovviamente un prematuro premio nobel per l'economia, ma gli fu detto subito, in modo da incominciare a fare i conti al più presto con la storia della sua vita, che non aveva capito un cazzo di un beneamato cazzo!

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